Se oggi rinascesse, Leonardo probabilmente andrebbe a vivere a Dubai. È nella metropoli del Golfo Persico che si concentrano i progetti più incredibili del prossimo futuro. A cavallo tra ingegneria, architettura e ecologia. Dall’arcipelago di isole a forma di mondo all’hotel sottomarino ai grattacieli in continua evoluzione, costruiti su terra strappata al deserto. Il tutto reso più facile dalle tasche profonde dei signori del petrolio e dal costo infimo della manodopera indiana, bengalese e africana. L’ideale per attizzare le braci di un genio visionario. E proprio al “Genio” per eccellenza si è ispirato il gruppo di architetti italiani che ha progettato la prossima meraviglia dello skyline della città.
Si chiamerà “Torre Da Vinci“, ma è stata ribattezzata anche come “torre rotante” o “architettura dinamica“. Sarà presentata ufficialmente al pubblico martedì prossimo a New York, ma i disegni e le animazioni del progetto disponibili sembrano usciti da un film di fantascienza, di quelli con le macchine volanti e il teletrasporto. Di che si tratta? Un grattacielo di 68 piani, alto 313 metri che cambia forma e si muove come le spire di un serpente. Ogni piano può ruotare singolarmente di 360° intorno a un asse centrale. Fare colazione con l’alba e guardare il tramonto dalla stessa finestra. Come sostenere questo movimento? Tra un piano e l’altro, 8 turbine eoliche che provvedono a dare l’ energia necessaria ai 200 appartamenti previsti nell’edificio. E altre 40 che producono abbastanza elettricità per illuminare altri cinque palazzi di simili dimensioni. Assieme ai pannelli solari posizionati sul tetto dell’edificio. Il totale dell’energia prodotta, secondo i progettisti, sarà pari ad un valore di circa sette milioni di dollari ogni anno. Un grattacielo autosufficiente dal punto di vista energetico, costruito grazie al petrolio. Può bastare? No, anche il processo di costruzione, secondo i piani, sarà innovativo: “Sarà il primo grattacielo al mondo pre-fabbricato”, dicono gli architetti. Il 90% dell’edificio sarà costruito in fabbrica come un modulo indipendente e poi attaccato alla struttura centrale. Meno lavoratori necessari sui cantieri, tempi (e infortuni) ridotti. Il costo dell’intero progetto è stimato sui 350 milioni di dollari. La durata dei lavori, che dovrebbero iniziare entro un mese, sarà di appena 22 mesi. Lo sviluppo immobiliare del progetto, secondo il Wall Street Journal è affidato alla Kriston Co., con base ad Atene e alla Circle Co., di proprietà dello sceicco Mejren bin Sultan. Una torre “gemella” dovrebbe sorgere in futuro anche a Mosca, sotto il marchio della Mirax, una delle più importanti società immobiliari russe.
Ma chi sono gli autori della torre Da Vinci? Torniamo al celebrato genio fiorentino, anche se d’importazione: la squadra (Dynamic Architecture) ha infatti sede nella culla del Rinascimento. L’ architetto a capo del progetto si chiama David Fisher, 58 anni, nato a Tel Aviv e cittadino italiano, laureato a Firenze nel 1976. Questo è il suo primo grattacielo.
Tra i suoi lavori passati, il “Bagno intelligente di Leonardo”: una stanza prefabbricata e altamente tecnologica per hotel e residence. Una vera fissa quella dell’architetto, ex console italiano in Israele, per l’artista del Rinascimento: “È stato il più grande made in Italy della storia”, dice, raggiunto al telefono a New York. Ma perché proprio a Dubai? “È la città del futuro” risponde Fisher “ un progetto così poteva nascere solo lì”. E in Italia? “Le condizioni sono più difficili” dice Fisher, anche se poi confessa di essere in contatto “con alcuni leader italiani…” qualcosa in vista per l’Expo 2015? “Mi spiace, non posso dirle niente”. Nel team che ha creato la torre rotante hanno lavorato con lui un gruppo di 15 persone, in maggioranza italiani. La parte ingegneristica è affidata a Leslie Robertson, progettista della struttura delle Twin Towers, distrutte l’11 settembre. A Dubai è già in costruzione una “torre rotante”, alimentata da pannelli solari, ma Fisher non vuol sentire paragoni: “Lì è un cilindro che compie un giro su sé stesso nel lasso di tempo di una settimana” mentre “la nostra torre cambia forma e si autoalimenta, e gira più veloce” Quanto? “Beh, non c’è rischio di voltastomaco” risponde Fisher “ogni singola rotazione sarà di circa 90 minuti”. “L’idea alla base del progetto” dice Fisher “è il tempo: vorrei che la torre disegnasse la forma della vita così come la modella il tempo. Questa torre non sarà come l’ho disegnata io ma come la disegnerà ogni giorno chi ci vive”. Più prosaico Robertson:”La struttura in realtà è abbastanza basica” ha detto intervistato dal Wall Street Journal, “sono come ciambelle che girano intorno a un silos centrale”. Ciambelle che costeranno cifre da capogiro, si parla già di 500 mila dollari per un monolocale, ma la vendita non è ancora cominciata.
[Fonte: Panorama]
Ecco alcuni video.
Dubai: torre rotante che "parla italiano"
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La progettazione e la realizzazione della «torre dinamica» di Dubai sono tutte italiane. Fischer lavora a Firenze, dove ha lo studio. Il consorzio che finanzia l'opera ha sede a Milano. Numerosi i brevetti legati al progetto e le aziende italiane coinvolte, oltre a varie megaimprese internazionali. L'edificio sarà in realtà un colossale prefabbricato: ciascun piano verrà realizzato a sé e montato in loco. Questi pezzi del gigantesco gioco di costruzione verranno realizzati in Italia (in Puglia, per la precisione) e poi trasportati via mare fino a destinazione. Con l' effetto, secondo i progettisti, di semplificare radicalmente il cantiere vero e proprio, riducendo radicalmente la quantità di manodopera necessaria e i tempi di lavorazione.
È probabile che l'opera di David Fischer si moltiplichi in fretta: allo studio dell' architetto italiano si è già rivolta la città di Mosca e anche Milano si dice interessata ad aggiungere una "torre rotante" al proprio skyline. Del resto la bioarchitettura e l'ingegneria connessa (uno dei brevetti del grattacielo di Dubai riguarda per esempio le turbine eoliche) sono un business in rapida e vertiginosa espansione. Le ambizioni dell'emiro di Dubai stanno dando loro una spinta decisiva. La scommessa è dimostrare che c'è un futuro oltre il petrolio e che questo futuro può rivelarsi altrettanto dinamico e promettente di quello che stiamo per lasciarci alle spalle, oltre a essere, per definizione, infinitamente più rispettoso dei fragili equilibri naturali del nostro tartassato pianeta.
La notizia completa su LaRepubblica
È probabile che l'opera di David Fischer si moltiplichi in fretta: allo studio dell' architetto italiano si è già rivolta la città di Mosca e anche Milano si dice interessata ad aggiungere una "torre rotante" al proprio skyline. Del resto la bioarchitettura e l'ingegneria connessa (uno dei brevetti del grattacielo di Dubai riguarda per esempio le turbine eoliche) sono un business in rapida e vertiginosa espansione. Le ambizioni dell'emiro di Dubai stanno dando loro una spinta decisiva. La scommessa è dimostrare che c'è un futuro oltre il petrolio e che questo futuro può rivelarsi altrettanto dinamico e promettente di quello che stiamo per lasciarci alle spalle, oltre a essere, per definizione, infinitamente più rispettoso dei fragili equilibri naturali del nostro tartassato pianeta.
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Ragazzi a me Dubai mi piace troppo!!!!!!!!
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Non ci sono mai stata...ma stavamo pensando di andarci coi miei! Sono troppo affascinata da questa città!