Victor Diaz Silva uccide Federica Squarise a Lloret de Mar

Echi di cronaca
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Di certo siete tutti a conoscenza della vicenda: TG, speciali in TV, articoli di giornale,… Già quando non c’era nulla da dire, se non che era stato ritrovato il corpo, in TV hanno dedicato una serata all’avvenimento…
Ora che qualche dettaglio in più è stato reso pubblico, posto un articolo che illustra più o meno il mio punto di vista: la solita malfidata e sospettosa… :occhi4:
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E’ il mostro che non ti aspetti, il bruto con la faccia da ragazzo normale. Sorride, nella foto, alza il pollice, abbraccia e bacia Federica sulla guancia. Lui è Victor Diaz Silva, el Gordo, lei è Federica Squarise. L’assassino e la vittima di Lloret de Mar.
Se c’è un aspetto sconvolgente, nella tragedia, è la banalità del male ritratto in quella fotografia scattata dall’amica di Federica, Stefania, poco prima dell’omicidio. Un male che non si vede, che si comprende solo col senno di poi. No, non si direbbe che un tipo così, quel ragazzone dall’aria un po’ ebete, quel giovanotto senza arte né parte possa fare qualcosa a qualcuno. “Avevo bevuto e preso delle pasticche – ha detto ai poliziotti spagnoli – volevo avere un rapporto con lei, ha rifiutato, ho perso la testa. E l’ho soffocata”. Il resto è noto: nel racconto dell’uruguayano, dopo la morte il cadavere sarebbe stato rinchiuso nel portabagagli dell’auto, poi scaricato una settimana dopo nel piccolo parco che sorge nel centro di Lloret, a due passi dalle strade della movida. Avrebbe fatto tutto da solo, el Gordo, niente complici, niente storie strane da nascondere. Delitto d’impeto, dunque, raptus nato dal mix di alcol e droghe.
Tutto verosimile, d’accordo, ma ci sono diversi aspetti che restano poco chiari, nella ricostruzione della vicenda fornita dagli investigatori. A cominciare proprio dalla figura di Victor.
Il ragazzo viene individuato quasi subito, diversi testimoni infatti dicono di averlo visto in compagnia di Federica la sera prima della scomparsa. E’ il 30 giugno. Tanto è sospetto, Victor, che il 5 luglio viene interrogato in caserma per ore e addirittura il 6 luglio accetta di sottoporsi al test del Dna. Da notare però che ancora non si sa che la vittima ha graffiato l’assassino: il corpo sarà ritrovato solo due giorni dopo. Certo è che el Gordo ha un segno sul polso, un graffio molto evidente, nessuno però gliene chiede conto. Victor anzi viene lasciato andare. Se davvero ha nascosto il corpo in macchina, come dirà poi, nessuno all’epoca controlla la vettura, e certo un cadavere abbandonato nel portabagagli anche al semplice fiuto umano – per non dire di quello dei cani poliziotto che setacciano la zona – un cadavere di sente. I mossos d’esquadra – gli agenti della polizia regionale catalana – intanto concentrano l’attenzione su un misterioso ragazzo tedesco ripartito anzitempo il giorno dopo la scomparsa di Federica. O almeno così dichiarano.
Troppi errori, per i poliziotti, troppi comportamenti strani, come denunciano i legali della famiglia Squarise. A meno di voler ipotizzare che i mossos – meno sciocchi di come li si è voluti dipingere – preferiscano tenere sotto controllo el Gordo per vedere dove va, con chi parla. Perché li porti ai complici insomma.
Ma ci sono altri aspetti che suggeriscono la presenza di terze persone nel contesto del delitto. Già si è detto dell’odore di decomposizione dal bagagliaio che nessuno ha sentito. C’è poi il trasloco del cadavere. E’ vero che Victor è un pezzo d’uomo, ma davvero può essere riuscito a trasferire il corpo senza nessun aiuto? E nessuno lo ha visto mentre armeggiava nel parco, anche se avrebbe dovuto lasciare la macchina distante parecchi metri dal luogo del ritrovamento della salma?
Sono tutti dettagli che per ora restano nell’ombra, insieme ai tre giorni di fuga dell’assassino. Sarebbe andato a cercare aiuto a Madrid, Victor, senza riceverne ma senza neppure venire denunciato. Si sarebbe poi spostato a Tarragona, in attesa di espatriare, città dove avviene l’arresto il 9 luglio. Ma anche qui i dubbi restano. Prima si parla di un barista che lo riconosce, l’uomo addirittura viene intervistato dalla tv spagnola e spiega di essere stato l’unico ad avere il coraggio di chiamare la polizia. Poi però si sovrappongono nell’indagine quattro amici di Victor che fanno scattare una trappola: mentre uno lo ascolta e lo tiene impegnato, gli altri tre vanno al commissariato.
Una ricostruzione che torna fino a un certo punto e che addirittura potrebbe arrivare a suggerire che el Gordo sia stato arrestato prima di quanto la polizia spagnola volesse fare, costretta a interrompere la traccia che avrebbe portato ai presunti complici. Resta in sospeso il discorso sul mandato di comparizione che l’8 luglio i giudici catalani spiccano nei confronti di Victor ma anche del tedesco. E aleggia tuttora nell’aria bollente della Costa Brava quell’ipotesi – chissà quanto fantasiosa – che vedeva nell’uruguayano la rotella minore d’un ingranaggio più complesso. Nulla di trascendentale, per carità, solo l’idea che dietro compenso Victor procurasse ragazzine un po’ bevute ad altri personaggi del posto. Personaggi facoltosi.
Un argomento che la polizia spagnola ha subito bollato col marchio d’infamia delle fantasie morbose dei cronisti, un argomento che del resto farebbe molti danni all’immagine della cittadina catalana. Parliamo di quella stessa Lloret de Mar dove nell’arco di 15 giorni, fra metà giugno e il primo luglio, ben tre adolescenti sono volati giù dalle finestre degli alberghi: un tedesco, un’inglese e una olandese, ufficialmente un suicidio e due incidenti. La stessa Lloret dove il 30 giugno è scomparsa Federica Squarise: per ora hanno ritrovato il cadavere e l’assassino. La verità invece è ancora nascosta da qualche parte.
[Fonte: L’Occidentale]

Mi astengo da qualsiasi altro commento, perché risulterei troppo critica… e non solo nei confronti dell’assassino. :minaccioso:
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«El gordo» aveva fino a ieri giurato e spergiurato di non aver violentato Federica. Ovviamente non gli aveva creduto nessuno e così è stato costretto a tirar fuori un altro pezzo di verità.
Tradotta così: «L'ho uccisa perché voleva denunciarmi per violenza sessuale. L'ho ridotta in stato di incoscienza ma, quando mi sono accorto che respirava ancora, l'ho finita». Prima di ammettere il «motivo» dell'omicidio Victor ha, però, affermato che il rapporto era stato consensuale.
Freddo, impassibile, Victor Diaz da Silva. E il magistrato di Blanes, Teresa Ferrer, conferma: «Racconto consapevole e attento, pieno di particolari». Dopo la prima confessione, quella resa ai Mossos de esquadra, ecco dunque la seconda. Ferrer ha, poi, disposto il trasferimento in carcere per il 28enne uruguaiano accusato dell'omicidio della Squarise. Esclusa la scappatoia della cauzione: Victor è in prigione perché «è evidente il rischio di fuga». Il giudice ha ricordato che Victor è stato arrestato a Tarragona, a 200 chilometri da Lloret de Mar, e aveva tentato di modificare il proprio aspetto, rasandosi i capelli e le sopracciglia. Inoltre, «el gordo» è clandestino e in Spagna non ha legami di alcun tipo, familiari, sociali o economici.
Victor ha continuato a negare di aver violentato Federica: «Lei era d'accordo». Ma il giudice non gli crede: il timore di essere denunciato sarebbe ingiustificato, dice. «A un certo punto Federica non ha più voluto continuare ad avere rapporti e ha minacciato di denunciarmi», incalza «el gordo».
Secondo un'indiscrezione la reazione di Victor sarebbe stata brutale: tappò il naso e la bocca di Federica con la mano, per soffocarla. La giovane perse i sensi, ma respirava ancora e lui intervenne nuovamente per assicurarsi di averla uccisa.
Sorprende ancora non poco l'atteggiamento iniziale della polizia catalana che ha lasciato libero di scorrazzare per la Spagna quello che doveva essere il primo sospettato. Anche perché - come ha rivelato un ristoratore italiano - «Victor Diaz Silva era uno dei più famosi pusher di qui: lo conoscevano tutti, la sua vita era prostitute e droga, ogni giorno. Tutta Lloret de Mar lo sapeva, ma nessuno ha parlato».
[Fonte: IlTempo - 13 luglio 2008]

La vittima non lo sapeva? :occhi4:
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E’ la canzone dei Tiro Mancino, quella preferita da Federica. "Le incomprensioni sono così strane, sarebbe meglio evitarle sempre per non rischiare di aver ragione, che la ragione non sempre serve", le note del gruppo musicale italiano accompagnano il feretro fuori dalla chiesa, rendendo ancora più straziante l’addio. Ai funerali di Federica Squarise hanno partecipato oltre mille persone. Scortato da una staffetta della polizia municipale, il feretro di Federica Squarise è arrivato nella chiesa parrocchiale dopo essere partito dall'obitorio dell'ospedale di Camposampiero e aver sostato brevemente nella casa di Federica, in via Trieste. La bara, in larice naturale biondo, era ricoperta da un cuscino di girasoli ed è stata deposta davanti all'altare, al centro del quale era posto un cuscino di rose bianche. Attorno altri girasoli, piccole corone di rose e gerbere bianche tutte “firmate” dagli amici di Federica. Una corona portava anche il nome della località balneare spagnola dove la ragazza ha trovato la morte. Ai lati dell'altare il labaro del Comune affiancato da quelli della Regione Veneto, rappresentata dall'assessore Elena Donazzan e del Comune di Padova. La chiesa era stata occupata da centinaia di persone circa un'ora prima dell'arrivo del feretro, quasi due ore prima delle esequie.
L’OMELIA: "Cara Federica accanto a te c'è il paese - ha detto don Leopoldo, il sacerdote che ha celebrato la Santa Messa - e ognuno ti dedica un pensiero. Ti ricordiamo solare e discreta, semplice e affabile, ricordiamo la tua capacità per il lavoro, il tuo sguardo trasparente. Ora c'è - ha proseguito - un cambiamento coraggioso da assumere comunitariamente per dare un senso al tuo morire. La tua morte prematura ci porta a rendere sacro ogni momento del giorno. Sei morta di morte violenta ma questo ci spinge a rifiutare ogni violenza e ogni forma di sopraffazione".
[Fonte: L'unioneSarda - 19 luglio 2008]
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Primi inquietanti dettagli sull'omicidio a Lloret de Mar della padovana Federica Squarise. "Ci eravamo appartati, l'ho baciata, poi l'ho toccata, ma lei ha rifiutato il rapporto completo - si legge nei verbali della polizia spagnola che contengono la confessione del barman uruguaino Victor Diaz Silva, soprannominato 'el Gordo' -. Poi una voce mi ha detto di ucciderla". "Ho avuto paura di una denuncia e le ho stretto le mani al collo", ha aggiunto.
Il barman uruguaiano ricostruisce anche le fasi dell'occultamento del cadavere. "Quando ho visto che non respirava più - conclude - ho trascinato per i piedi il corpo per cento metri. Dopo averlo nascosto, l'ho coperto con alcuni rami spezzati e una grossa pietra".
[Fonte: TGCOM]