Anche stavolta il malessere e il malcontento sono due costanti e fili conduttori di un circuito molto più ampio di quelle che sono le apparenze.
Per volere inquadrare il momento, andiamo di nuovo a sottolineare gli elementi fondamentali di un'analisi contestuale che ci accompagnerà fino al 24 e 25 Febbraio:
- siamo reduci da un governo tecnico che, a prescindere dalle azioni più strettamente politiche, ha eclissato in un certo qual modo le componenti imprescindibili di una democrazia (procedimento previsto dalla Costituzione o meno, Mario Monti è stato un Premier che non abbiamo scelto direttamente);
- il peso dell'Europa e dei mercati finanziari che limitano la sovranità statale (chi non ricorda le impennate dello Spread, intese come colpo di grazia all'ultimo governo Berlusconi? cosa dire ancora in merito alla scarsa eticità dimostrata nel recente scandalo MPS?);
- andiamo al voto con un sistema elettorale che con un eufemismo definisco "criticabile" (il premio di maggioranza e la lista bloccata richiamano alla mente retaggi fascisti);
- non siamo riusciti ancora a superare gli effetti e le conseguenze della crisi internazionale che ha avuto come focolare e fonte di produzione primaria gli USA a cavallo tra il 2007-2008 e che si è poi globalizzata nel giro di pochi attimi;
- le speranze di ricambio politico sono molto basse visto che le facce non cambiano. Quelle di riforma sono ancora meno incoraggianti.
Allora mi/vi chiedo...
Quanto secondo voi queste elezioni "faranno storia"? Ce la farà Beppe Grillo ad "aprire il Parlamento come una scatola di tonno"? Ce la farà la nuova coalizione di governo a realizzare riforme importanti per il progresso del Paese? Ce la faremo noi cittadini a sentirci ancora "rappresentati"?
Parliamone
