Ciao Professore

Infelice, Malinconico, Scontento, Scoraggiato,...
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marika
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E' sempre difficile aprire uno di questi topic ma, stavolta è di dovere rendere omaggio a chi per me, e non solo per me, stava diventando un secondo padre, o senza dubbio, già era una delle pochissime persone che credevano in me e che stavano tentando di realizzarmi umanamente, culturalmente e professionalmente.

E' venuto a mancare ieri il Relatore della mia laurea, il Professore per eccellenza, l'Uomo indiscusso.

Offtopic: Preferisco non fare nomi per motivi di privacy e anche per il semplice fatto che non c'è bisogno di nominare già chi è grande di suo.

La notizia ci è arrivata come una freccia, scagliata da non so quale arco, diritta al cuore con tutta la sua forza e prepotenza. Ha rotto la conferenza che doveva iniziare in quella domenica di pioggia e nebbia che sembrava già presagire qualcosa di indimenticabile. Se ne è andato così, a seguito di una discutibile influenza che ha scatenato delle altrettante discutibili complicazioni, nel fiore della sua attività letteraria ed accademica. Se ne è andato così, lasciando tutti nell'incredulità più tangibile.

Quanto a me, dalla morte, dagli insegnamenti di Seneca e da quelli del cattolicesimo, mi verrebbe da dire che, a 23 anni ancora non ci ho capito una mazza. E forse mai li capirò. Chiamatela vita, chiamatela esistenza precaria dove è inutile affannarsi, chiamatela comunità dei morti e dei viventi, chiamatela come vi pare, la sintesi sarà sempre una: spesso è ingiusta.
Ed anche in questo caso lo è parecchio.

L'Università non sarà più la stessa, il Dipartimento non avrà lo stesso senso e gli studenti, certamente, non avranno più la stessa Guida. Avanti si andrà, il tempo passerà ed affievolirà la malinconia, ma il suo ricordo, quello no.

Caro Professore,
avevo ancora tanto da dirLe e da dimostrarLe. Non L'avevo ancora ringraziata abbastanza e dovevamo a breve parlare dei nostri futuri progetti nel territorio e nella provincia. Non mi ha dato il tempo di farlo, ma questo non è stato certo per colpa sua, bensì di quella Giustizia dell' a ciascuno il suo di cui mi piaceva così tanto parlare nelle nostre digressioni. Non so se doveva andare così, ma adesso è andata. Sono sicura che Lei non avrebbe voluto che stessimo qui a piangerLa, e che avrebbe continuato a concepire la Sua morte come civica, e cioè sempre e comunque in funzione della città, della collettività e dell'interesse comune, con quella voglia di fare che solo Lei aveva e con tali accentuazioni.

Resterà in eterno una delle persone più importanti della mia vita. La tristezza è tanta ma forse nella filosofia, a cui Lei si appellava per spiegarci ogni singolo accadimento, troveremo conforto alla Sua spietata ed improvvisa assenza.

Addio Professore!
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Fenice
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Il Destino o la Sorte o il Fato o il Caso... (fate voi) ha voluto che mi trovassi con marika nel momento della terribile notizia.
L'evento era iniziato con le scuse per la voce di colui che parlava: il motivo lo avremmo saputo a breve; ma così non è stato: il discorso si è prolungato tra battute, sorrisi e racconti, quindi ho pensato che la mia prima impressione (che fosse accaduto qualcosa a qualcuno) fosse sbagliata. Ho pensato ad un furto, ad un danno a beni materiali,... Poi la parola è passata ad un'altra persona, che pareva scossa: il pensiero che qualcuno fosse morto è ritornato, ma pensavo ad un loro conoscente, qualcuno del luogo; piano piano nella mia mante si è fatto strada il pensiero che potesse essere accaduto qualcosa al Relatore della tesi di marika, ma mi ripetevo che la cosa era impossibile: il preambolo stava andando troppo per le lunghe e avevo deciso che non poteva essere lui. Proprio in quel momento hanno pronunciato il suo nome. :occhio_viola:
L'evento del giorno è andato avanti: il primo personaggio che aveva preso la parola ha spiegato che hanno deciso di andare avanti perché il Professore avrebbe voluto così; le parole dicevano che la decisione era sofferta, ma le espressioni e i toni dicevano ben altro: non serviva Paul Ekman (viewtopic.php?f=54&t=1629&p=49270#p49270) per capirlo...
Credo che davvero in pochi fossero sconvolti dalla notizia: oltre a marika e ad un suo amico, c'era solo un'altra persona che pareva pensare a tutto tranne che a ciò che accadeva nel luogo in cui eravamo; quando ha preso la parola ha spiegato che l'uomo che è morto per lui era come un padre.
Per il resto chi conosceva il Relatore della tesi di marika o sapeva nascondere bene il turbamento o non era turbato affatto; la notizia ha colpito molto anche me che avevo visto il Professore solo da lontano durante i pochi minuti della discussione di marika (viewtopic.php?f=22&t=3159&p=49007#p49007). Era un uomo giovane per i tempi di oggi (più giovane di mio padre), nel pieno della sua attività, con tanti impegni e progetti,...
marika ha scritto:Quanto a me, dalla morte, dagli insegnamenti di Seneca e da quelli del cattolicesimo, mi verrebbe da dire che, a 23 anni ancora non ci ho capito una mazza. E forse mai li capirò.
Puoi studiare tutti i filosofi e gli scrittori che hanno parlato della morte, puoi studiare tutte le religioni del Mondo o anche crearne una tu: pure la religione più consolatoria (che sia il Cristianesimo con la resurrezione dei morti, il Buddismo con la reincarnazione,...) che assicura che la vita non finisce con la morte non potrà mai darti una spiegazione che non ti faccia soffrire quando muore qualcuno a cui tieni. Quel che è certo è che "La morte è il termine certo a cui siamo diretti" e vivere il tempo che ci viene concesso (da chi decidetelo voi) nel migliore dei modi è l'unica cosa che possiamo fare. Quale sia il migliore dei modi è soggettivo, ma di sicuro non è smettere di vivere per quello che ci accade. Con il tempo potrai consolarti, un po' perché (credente o no) "Il tempo guarisce tutte le ferite" e "Chi muore giace e chi vive si da pace", che in altri termini significa "E' la vita...", un po' perché la filosofia o la religione a te più vicine (per scelta o educazione) ti conforteranno.
Filosofia e religione a parte, la cosa più rispettosa da fare (se si ha rispetto per i morti o almeno per quello che hanno rappresentato per noi durante la loro vita) è vivere come avremmo fatto se non fossero morti; nel tuo caso significa che dovresti impegnarti al massimo per portare avanti i progetti che avevate. Ovviamente la cosa non dipenderà soltanto da te, ma almeno puoi mostrare la tua disponibilità a chi si occuperà delle cose lasciate in sospeso dal tuo Relatore; disponibilità e anche un po' di insistenza, per far capire che la cosa per lui era importante. So che ti costerà fatica perché al momento sei demotivata, ma sono certa che la cosa ti farebbe sentire meglio.
Per sfoghi e appoggio a distanza... il link al Forum RobboR lo conosci. :abbracci:
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Rob
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Mi dispiace molto Marika, posso immaginare quanto rappresentasse per te il Professore e come ci si senta dopo una notizia del genere, tanto più perché giunta all'improvviso. Anch'io ho avuto modo di conoscerlo per qualche minuto di vista e già mi aveva colpito per il suo spirito vivace e per quel modo di porsi pieno di entusiasmo. Sono sicuro che troverai in te stessa la forza per superare questo momento difficile, pensa a quanto ti ha dato e fanne tesoro per andare avanti sulla tua strada. :abbraccio2:
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marika
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Grazie a tutti per la sensibilità e comprensione dimostrata.

Oggi rivedrei volentieri un film come questo: viewtopic.php?f=55&t=4308&p=49223#p49223 ma forse non servirebbe. Per farsene una ragione ci vorrà solo del tempo. So solo che, tutti gli amici che sto sentendo gravitano nella stessa malinconia e senso di stordimento tipico della circostanza.
Era davvero un Grande e, per quel carisma sincero che esercitava sulle coscienze di ogni generazione, forse nessuna religione o filosofia sarà in grado di colmare la sua assenza.
E' vero, portare avanti il suo insegnamento e i nostri progetti, è il minimo che si possa fare. Recupererò senz'altro, ove io sia messa nella condizione di concretizzare qualcosa, un briciolo di entusiasmo che il Professore avrebbe così tanto voluto.

Ieri è stata davvero una giornata "fatidica" nel senso che, per una serie di motivi insoliti ed inspiegabili, ci siamo tutti ritrovati a vivere lo stesso dolore e a fronteggiare la stessa inaspettata tristezza. Il Fato o la Provvidenza hanno così voluto ed io non posso che apprezzare la cosa.
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marika ha scritto:Oggi rivedrei volentieri un film come questo: viewtopic.php?f=55&t=4308&p=49223#p49223 ma forse non servirebbe.
Hai ragione: non servirebbe se non a darti modo di versare qualche lacrima in più e a farti sfogare (pianto liberatorio).
Quello che serve è
marika ha scritto:Recupererò senz'altro, ove io sia messa nella condizione di concretizzare qualcosa, un briciolo di entusiasmo che il Professore avrebbe così tanto voluto.
Cerca di fare il possibile perché questo avvenga: dipende un minimo anche da te essere messa in questa condizione; se dimostri desiderio di fare e sottolinei quanto il professore tenesse alla cosa... :occhiolino:
marika ha scritto:Ieri è stata davvero una giornata "fatidica" nel senso che, per una serie di motivi insoliti ed inspiegabili, ci siamo tutti ritrovati a vivere lo stesso dolore e a fronteggiare la stessa inaspettata tristezza. Il Fato o la Provvidenza hanno così voluto ed io non posso che apprezzare la cosa.
Di sicuro è stato meglio essere messi al corrente dell'accaduto a una mezzora da questo, da fonti certe e in una situazione in cui non era possibile pensare ad uno scherzo di pessimo gusto.