Ciao Professore
Inviato: 24/01/2011, 9:41
E' sempre difficile aprire uno di questi topic ma, stavolta è di dovere rendere omaggio a chi per me, e non solo per me, stava diventando un secondo padre, o senza dubbio, già era una delle pochissime persone che credevano in me e che stavano tentando di realizzarmi umanamente, culturalmente e professionalmente.
E' venuto a mancare ieri il Relatore della mia laurea, il Professore per eccellenza, l'Uomo indiscusso.
Offtopic: Preferisco non fare nomi per motivi di privacy e anche per il semplice fatto che non c'è bisogno di nominare già chi è grande di suo.
La notizia ci è arrivata come una freccia, scagliata da non so quale arco, diritta al cuore con tutta la sua forza e prepotenza. Ha rotto la conferenza che doveva iniziare in quella domenica di pioggia e nebbia che sembrava già presagire qualcosa di indimenticabile. Se ne è andato così, a seguito di una discutibile influenza che ha scatenato delle altrettante discutibili complicazioni, nel fiore della sua attività letteraria ed accademica. Se ne è andato così, lasciando tutti nell'incredulità più tangibile.
Quanto a me, dalla morte, dagli insegnamenti di Seneca e da quelli del cattolicesimo, mi verrebbe da dire che, a 23 anni ancora non ci ho capito una mazza. E forse mai li capirò. Chiamatela vita, chiamatela esistenza precaria dove è inutile affannarsi, chiamatela comunità dei morti e dei viventi, chiamatela come vi pare, la sintesi sarà sempre una: spesso è ingiusta.
Ed anche in questo caso lo è parecchio.
L'Università non sarà più la stessa, il Dipartimento non avrà lo stesso senso e gli studenti, certamente, non avranno più la stessa Guida. Avanti si andrà, il tempo passerà ed affievolirà la malinconia, ma il suo ricordo, quello no.
Caro Professore,
avevo ancora tanto da dirLe e da dimostrarLe. Non L'avevo ancora ringraziata abbastanza e dovevamo a breve parlare dei nostri futuri progetti nel territorio e nella provincia. Non mi ha dato il tempo di farlo, ma questo non è stato certo per colpa sua, bensì di quella Giustizia dell' a ciascuno il suo di cui mi piaceva così tanto parlare nelle nostre digressioni. Non so se doveva andare così, ma adesso è andata. Sono sicura che Lei non avrebbe voluto che stessimo qui a piangerLa, e che avrebbe continuato a concepire la Sua morte come civica, e cioè sempre e comunque in funzione della città, della collettività e dell'interesse comune, con quella voglia di fare che solo Lei aveva e con tali accentuazioni.
Resterà in eterno una delle persone più importanti della mia vita. La tristezza è tanta ma forse nella filosofia, a cui Lei si appellava per spiegarci ogni singolo accadimento, troveremo conforto alla Sua spietata ed improvvisa assenza.
Addio Professore!
E' venuto a mancare ieri il Relatore della mia laurea, il Professore per eccellenza, l'Uomo indiscusso.
Offtopic: Preferisco non fare nomi per motivi di privacy e anche per il semplice fatto che non c'è bisogno di nominare già chi è grande di suo.
La notizia ci è arrivata come una freccia, scagliata da non so quale arco, diritta al cuore con tutta la sua forza e prepotenza. Ha rotto la conferenza che doveva iniziare in quella domenica di pioggia e nebbia che sembrava già presagire qualcosa di indimenticabile. Se ne è andato così, a seguito di una discutibile influenza che ha scatenato delle altrettante discutibili complicazioni, nel fiore della sua attività letteraria ed accademica. Se ne è andato così, lasciando tutti nell'incredulità più tangibile.
Quanto a me, dalla morte, dagli insegnamenti di Seneca e da quelli del cattolicesimo, mi verrebbe da dire che, a 23 anni ancora non ci ho capito una mazza. E forse mai li capirò. Chiamatela vita, chiamatela esistenza precaria dove è inutile affannarsi, chiamatela comunità dei morti e dei viventi, chiamatela come vi pare, la sintesi sarà sempre una: spesso è ingiusta.
Ed anche in questo caso lo è parecchio.
L'Università non sarà più la stessa, il Dipartimento non avrà lo stesso senso e gli studenti, certamente, non avranno più la stessa Guida. Avanti si andrà, il tempo passerà ed affievolirà la malinconia, ma il suo ricordo, quello no.
Caro Professore,
avevo ancora tanto da dirLe e da dimostrarLe. Non L'avevo ancora ringraziata abbastanza e dovevamo a breve parlare dei nostri futuri progetti nel territorio e nella provincia. Non mi ha dato il tempo di farlo, ma questo non è stato certo per colpa sua, bensì di quella Giustizia dell' a ciascuno il suo di cui mi piaceva così tanto parlare nelle nostre digressioni. Non so se doveva andare così, ma adesso è andata. Sono sicura che Lei non avrebbe voluto che stessimo qui a piangerLa, e che avrebbe continuato a concepire la Sua morte come civica, e cioè sempre e comunque in funzione della città, della collettività e dell'interesse comune, con quella voglia di fare che solo Lei aveva e con tali accentuazioni.
Resterà in eterno una delle persone più importanti della mia vita. La tristezza è tanta ma forse nella filosofia, a cui Lei si appellava per spiegarci ogni singolo accadimento, troveremo conforto alla Sua spietata ed improvvisa assenza.
Addio Professore!