A vent'anni dalla caduta del Muro

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marika
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Assuefazione ha scritto: Una delle tappe per il viaggio d'istruzione quest'anno è appunto Berlino, speriamo bene
ti invidio tantissimo!

non so se ieri sera abbiate visto il film...LE VITE DEGLI ALTRI...a proposito di cose disumane. gli interrogatori,gli archivi segreti,spionaggi,restrizioni del pensiero...ecco la tragicità della dittatura.
è commovente quando il protagonista afferma nel finale: "gente come voi è stata al governo"...(o cmq era qualcosa di simile)...

e la colonna sonora mi è entrata proprio in testa!

10 e lode!ma io sono di parte... :fischio:
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Giorgia
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Io purtroppo non sono riuscita a vederlo...è stato criptato e, avendo un decoder Sky, il canale era oscurato! :impreca: Ohibò...!Me lo procurerò in dvd!
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marika
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E' un caso davvero unico, nel panorama internazionale: un regista europeo (tedesco) praticamente sconosciuto, che col suo debutto su grande schermo ottiene un incredibile successo, in tutto il mondo. Aggiudicandosi una pioggia di premi, dai cosiddetti oscar europei all'Oscar vero e proprio, per la migliore pellicola straniera. Un exploit singolare, anche perché il film - bellissimo - affronta un tema oscuro, difficile, certo non popolare: le persecuzioni e lo spionaggio indiscriminato a opera della Stasi, la famigerata polizia segreta della Ddr. Una tragedia che ha pesato per decenni sulla popolazione della Germania Est, e che poi, dopo la caduta del Muro, è stata rimossa, oscurata.

Le Vite degli Altri - questo il titolo del film, diretto dal debuttante Florian Henckel von Donnersmark, classe 1973, non è affatto una storia a tesi, ideologica. No, la sua forza è proprio nell'umanità e nella verità dei suoi personaggi principali. Oltre che nell'andamento da thriller, in cui si sta col fiato sospeso per le sorti dei protagonisti.

Siamo a Berlino est, nel 1984: il capitano Gerd Wiesler (Ulrich Muhe, bravissimo) è un ufficiale della Stasi, freddo, idealista, abilissimo a interrogare sospetti e a farli crollare. Viene contattato da un alto dirigente molto carrierista, il colonnello Anton Grubitz (Ulrich Tukur), che gli dà l'incarico di sorvegliare a tempo pieno lo scrittore e drammaturgo Georg Dreyman, fiore all'occhiello del regime. La cui unica colpa è essere il compagno dell'attrice teatrale Christa-Maria Sieland (Martina Gedeck), donna sensuale, tormentata e dipendente dalle pillole, di cui si è invaghito il ministro della Cultura (Thomas Thieme).

Per Wiesler, almeno in apparenza, un lavoro come un altro. E anche poco interessante, visto che Dreyman è attentissimo a non fare nulla che possa spiacere al regime. Le cose però cambiano quando un suo amico dissidente, il regista Albert Jerska, muore suicida; allora lo scrittore prende coraggio e decide di inviare clandestinamente un suo articolo di denuncia, al di là del Muro. Una scelta che porterà anche l'uomo che spia ogni sua mossa a cambiare atteggiamenti, modi di pensare, certezze. E solo dopo alcuni anni, con la riunificazione della Germania, la verità verrà a galla...

-La Repubblica- :occhioni:

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Un film da vedere, sicuramente!
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marika
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Penso anche che con la morte del comunismo oggi, forse l'Occidente ha perso lo specchio in cui aveva potuto riflettersi e scoprire i suoi difetti.
Chi ha passato almeno una parte della vita adulta sotto il comunismo forse non riuscirà mai a discutere del tutto liberamente...
e questo film in ciò è educativo.

"la società è d'accordo sul fatto che il diritto di interpretare la storia appartiene alle vittime e non ai carnefici"