Federico Moccia, accompagnato dai protagonisti del film, ha presentato ieri il suo film a Bari, rispondendo alle domande della stampa.
- Come nascono le tue storie? Sono frutto dei tuoi ricordi o sono racconti di fantasia?
Direi piuttosto che sono un misto. Quando leggo le storie dei ragazzi che scrivono sul mio blog a volte traggo spunto dalle loro esperienze, mi incuriosiscono. Altre volte però le loro storie sono noiose, e questo mi preoccupa molto. Allora comincio a ricordare com’ero io all’età di tredici, quattordici anni, di chi ero innamorato, delle lettere scritte e mai consegnate. Tutti i miei ricordi passati sono le vicende che mi hanno poi portato a scrivere. Certo, ripensando a posteriori ai problemi di quell’età capisco come adesso si possano fare delle considerazioni più leggere, su problemi che in quel momento sembravano insormontabili. - La tua adolescenza, vissuta negli anni 70, è stata segnata da diverse emozioni. Pensi che nei giovani d’oggi le emozioni siano sempre le stesse, o sono cambiate?
Oggi viviamo in una società molto, anzi troppo diversa rispetto agli anni '70. E questa non è sempre una cosa positiva, ci sono cose che sarebbero dovute rimanere solide. Prima si trasgrediva perché c’era qualcosa da trasgredire. Oggi invece i giovani sono incapaci di giudicare, non hanno termini di paragone o d’importanza. La mia e la nuova generazione sono distanti anni luce. Mi rendo conto come oggi non ci sia modo di stupire rispetto alla normalità. - In occasione di questo film, che ha tutti i presupposti per essere un ennesimo successo, i protagonisti sono tutti giovani ed alle prime armi. E’ stata una scelta dettata dalla volontà di sponsorizzare volti nuovi e valorizzare la loro spontaneità, o un espresso proposito di non ingaggiare attori già famosi?
Nei miei film ho spesso utilizzato nuovi attori, ma talvolta ne ho anche riutilizzati di vecchi, come per esempio Raul Bova, che ho posto in un ruolo diverso da quelli che gli vengono solitamente assegnati. Non scelgo mai persone raccomandate, ma scelgo gli attori perché sono giusti in quel ruolo, hanno un volto adatto a mettere in scena i sentimenti che voglio esprimere. C’è anche da aggiungere che alcune volte assoldare attori già famosi, che magari sono legati ad un personaggio televisivo, non crea l’affezione per il personaggio del libro. Questo invece non succede con persone completamente nuove. Certo utilizzare attori alle prima armi implica maggior fatica, bisogna insegnare loro dei passaggi, nuove tecniche ed abituarli alla vita da set. Come in tutte le cose ci sono i pro e i contro. - Giuseppe Maggio, protagonista maschile del film, ha una straordinaria somiglianza con Riccardo Scamarcio. E’ una coincidenza o è stata una scelta precisa?
E’ stata una coincidenza involontaria. Mi hanno portato questo ragazzo che hanno visto all’uscita di scuola, ed inizialmente non ho notato la sua somiglianza con Scamarcio. Mi ha colpito per altre cose. Per esempio, volevo che fosse nettamente distinto dalla protagonista femminile, Veronica Oliver, e da Raniero Monaco di Lapio, che nel film interpreta il fratello della protagonista.