A vent'anni dalla caduta del Muro

Echi di cronaca
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già...tra Isdraele e Cisgiordania c'è il più concreto.
ma all'interno delle stesso persone chissà quanti muri!

mi sorge un'altra domanda...anche se sono nata nell'88...ci penso spesso... ma il realismo capitalista è l'unica risposta all'utopia socialista?
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...e finalmente il gran giorno è arrivato...
oggi gli occhi sono puntati sulla capitale tedesca dove ai Piedi della Porta di Brandeburgo verranno celebrati i 20 anni dalla caduta del muro.
alla kermesse storico-politica parteciperà l'intera leadership governativa dell'Europa dei 27 accompagnata dal presidente della Commissione Barroso. Inoltre vi sarà il presidente russo Medvedev, il segretario di stato americano Clinton,l'ex presidente dell'Unione Sovietica e padre della perestroika Gorbaciov e l'ex presidente polacco leader di Solidarnosc Lech Walesa.

Saranno presenti anche tutti gli altri cittadini"normali",quelli che ballavano sul muro,gli ex Vopos e tutti gli eroi di venti anni fa.
Quella di oggi sarà una grande giornata di festa nonostante quel 12% di tedeschi che secondo un nuovo sondaggio rivorrebbero ancora oggi il Muro.
:birra:
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dove è finito il muro?
Perfino su Marte esiste un omaggio: lo volle un geologo tedesco, Ralf Jaumann, che dedicò alcune pietre del paesaggio brullo del pianeta rosso "al muro caduto". Ma dove è finito, venti anni dopo la demolizione, il Muro di Berlino? Se nella capitale tedesca sono pochi i luoghi in cui si può rivedere la barriera di cemento lungo un confine di oltre 100 km, frammenti del muro sono sparsi in tutto il mondo.

Un'opera di recente pubblicazione, della Bundestiftung Auffarbeitung, ne individua i pezzi in ben 220 luoghi della Terra, in 40 nazioni. Schegge di storia, regalate o comprate a caro prezzo, che a diverse latitudini assumono diversi significati. Dal quartier generale della Cia al santuario di Fatima, dove Giovanni Paolo II ha benedetto personalmente due segmenti da 2,6 tonnellate, che approdarono nel luogo di culto portoghese nel maggio del 1991. Il muro arricchisce gli ingressi di diverse istituzioni, europee e internazionali. A Bruxelles davanti al Parlamento. Davanti alle Nazioni Unite a New York, dove si può rivedere uno dei graffiti più noti: quello di Kani Alavi, che raffigura l'abbraccio di un uomo e una donna attraverso la frontiera di cemento. Sono i tre segmenti dati in dono a Kofi Annan, dopo una visita berlinese del 2001, che costarono molte polemiche nella città: c'era chi proprio da quel resto del confine non voleva separarsi. A New York ci sono altri esemplari del Muro di Berlino: il museo di arte contemporanea Moma ne comprò per 500 mila marchi.

Il segmento più affascinante si trova però nella Simi Valley, in California, in un paesaggio struggente, fra il deserto e l'oceano Pacifico, fu acquistato per l'ingresso della Biblioteca del presidente Ronald Reagan, inaugurata nel 1991 da ben cinque presidenti degli Stati Uniti. Le farfalle che vi sono sulla parte occidentale di quei "frammenti" della storia tedesca, qui, furono affrescati su commissione. Residui di Muro si trovano oggi nei posti più impensati: in Guatemala, in Indonesia, nell'Oceania. E in ogni luogo richiamano la libertà, la democrazia, o momenti tragici della storia di popoli diversi del mondo: in Israele, ad esempio, davanti al museo dadaista di Ein Hod, un segmento del muro di Berlino viene dedicato alle vittime dell'Olocausto. Il residuo che si può vedere a Città del Capo, poi, fu scelto personalmente da Nelson Mandela, che visitò Berlino nel 1996.

"La caduta del muro e la liberazione di Nelson Mandela furono più che una coincidenza storica", disse concedendo il regalo l'ambasciatore tedesco in Sudafrica. Oggi quella "reliquia" si trova nel porto della città. Infine in Giappone a Osaka, nel tempio di Toukokuij, fondato da immigrati coreani, due segmenti sono dedicati all'auspicio di una riunificazione delle due Coree. E in Italia? C'é chi ha voluto a tutti i costi avere memoria del Muro di Berlino, nelle città di Merone, di Albinea e di Spilamberto.


Fonte: America Oggi



[Rob] ho aggiunto la fonte



"...la gente sta passando il confine. Cento, mille persone. Diecimila. Dammi retta, accendi il televisore se non ci credi. Guarda tu stesso”. Friedrich si spostò di mezzo metro, prese il telecomando dalla libreria e premette il pulsante di accensione. Lo schermo si illuminò e rimandò nella stanza l’immagine di una moltitudine di persone festanti che attraversavano un posto di confine. C’era chi si abbracciava, chi piangeva di fronte alla telecamera, chi addirittura aveva stappato una bottiglia di spumante e offriva a tutti un brindisi. Una marea di gente che sciamava, festosa. “Hai visto, ti rendi conto?” “Ma cos’è?”. “È la fine, Friedrich. O l’inizio, non so, Certamente è un momento storico, come la presa della Bastiglia, come l’assalto al Palazzo d’Inverno. È lo sbarco in Normandia, amico mio, e noi ci siamo in mezzo”. “Non capisco Uwe. Mi sono appena appisolato…”. “Ascolta, ora non c’è tempo per le spiegazioni. Prendi il registratore e vieni subito in redazione. Dobbiamo essere là al più presto possibile. T’aspetto...

Nulla. Il silenzio era assoluto. Friedrich respirò profondamente l’aria fresca di novembre e sentì un brivido attraversarlo. La televisione stava trasmettendo la Storia. L’indomani sarebbe stato tutto diverso, il mondo che stava attorno a lui sarebbe cambiato radicalmente, sarebbero cambiati le misure e i panorami, forse persino il tempo e i destini delle vite. Non ci sarebbe stato più un di qua e un di là, non ci sarebbe stato più un universo da spiare e un altro da cui guardare. Sullo schermo, un suo collega eccitato stava intervistando una ragazza dal volto raggiante. Mentre lei stava parlando un uomo anziano con un colbacco calcato sul capo si fermò e, stringendola in un abbraccio, la baciò. Friedrich chiuse la finestra, riaccostò la scrivania e andò fino alla libreria, prese il telecomando e spense il televisore. Rimase immobile così, a cogliere ancora nell’aria l’eco delle grida festanti appena trasmesse e la pace assoluta della sua stanza. Quindi si avviò verso il letto. Neppure si spogliò. Si coricò tirando su di sé la coperta. Ne sentì lo spessore morbido, caldo di lana e in quella morbidezza si avvolse, protetto come in un ventre materno. Si rilassò, gustò il tepore di quel rifugio e rimase così, in mezzo al silenzio, ad aspettare che il sonno e la Storia arrivassero. Domani tutto sarebbe stato diverso.
[fonte:L'Antefatto,blog del Fatto Quotidiano]
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marika
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ieri purtroppo sn stata tutto il giorno fuori casa...ho seguito poco la celebrazione.
vedendo la speciale di Porta a Porta mi sono però emozionata.
vedere tutti quei blocchi di polistirolo disegnati dai bambini tedeschi, che, cadevano a effetto domino ripercorrendo l'antico percorso del muro...è commovente.
sarà il ricordo di una lunga notte...così lunga che le la mia coscienza sicuro non la dimenticherà!
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Giorgia
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è vero, tutti quei blocchi che cadevano hanno creato un'atmosfera emozionante...e pensare cha tanti bambini hanno impiegato il loro tempo per costruirli ci mostra come i Berlinesi cercano di tenere viva la memoria di quello che è accaduto nelle generazioni più giovani...e di suscitare in loro il rispetto per la storia...