Il telefono di Apple in Italia da settembre con H3G.
Questo almeno è quello che annuncia al Sole 24 Ore l'amministratore delegato di H3G Italia Vincenzo Novari.
Le tariffe «inquietanti» di Tim e Vodafone per l'iPhone, le email con Steve Jobs e quella pulce nell'orecchio messa all'Antitrust. Vincenzo Novari, 49 anni, esce allo scoperto in questa intervista al Sole 24 Ore e rilancia sul melafonino, dopo l'esclusione di Tre Italia dal grande circo del supercellulare targato Cupertino.
Perché Apple vi ha esclusi?
Non è così. Abbiamo avuto contatti con Steve Jobs, ci siamo scritti delle email e mi ha assicurato che l'iPhone sarà disponibile anche per noi a settembre. Certo, rimaniamo in attesa.
Eppure per ora gli operatori scelti per il grande lancio dell'11 luglio sono soltanto Tim e Vodafone.
Da quello che so è stato solo per un problema di tempo: per il lancio estivo il coordinamento poteva funzionare, secondo loro, solo con due operatori. Del resto, se Apple avesse fatto un'analisi quantitativa e di affinità – cosa che probabilmente non ha fatto, anche qui per motivi di tempo – avrebbe dedotto che siamo noi quelli con il numero maggiore di clienti di terza generazione. E ci sarebbe stato un ordine invertito nelle scelta perché siamo l'azienda più "portata" per il traffico dati.
Come le sembrano i piani tariffari di Tim e Vodafone?
Garantiscono alle aziende margini interessanti... Ovviamente ci sono elementi inquietanti, che dimostrano una cosa solo: se si lascia il mercato ai due incumbent, che insieme detengono l'80% di quote, chi ci rimette è proprio il cliente. Sicuramente noi saremo molto più aggressivi sui prezzi, perché sul traffico dati abbiamo la possibilità di offrire una rete per definizione costruita per il 3G.
Quanto aggressivi?
Guardi, le posso dire che per gli abbonamenti ci porremo su fasce di prezzo meno onerose del 25-30%, sia in termini di minuti, sia di megabyte.
E sulle ricaricabili, che è il segmento che interessa di più i clienti consumer? Ci fa un esempio concreto di offerta potenziale?
Io credo che il telefonino potrebbe costare una cifra vicina ai 90 euro, contro i 499 e 569 euro di Tim e Vodafone, di fronte a un impegno ragionevole di ricarica.
Quanto ragionevole?
Diciamo 10-20 euro al mese, con molto più traffico rispetto a quello proposto oggi da due operatori che lanceranno l'iPhone.
Qual è la vostra posizione nei confronti dell'Antitrust? Ci sono stati contatti?
Intanto c'è stata una sollevazione popolare, partita dalla Rete, contro queste tariffe, sempre che rimangano tali. L'altra cosa è che migliaia e migliaia di nostri clienti hanno chiamato i call center o sono andati nei nostri negozi per chiedere dell'iPhone. E noi abbiamo dovuto rispondere che per adesso non possiamo venderlo.
Sì, ma l'[b]Antitrust[/b]?
Alcune associazioni di consumatori hanno fatto partire una lettera al Garante della concorrenza e del mercato per chiedere lumi sulla vicenda. Da parte nostra, le posso dire che l'Antitrust ci sta per formulare una richiesta ufficiale di chiarimento, anticipata verbalmente. Ma ripeto: se mai si dovessero evidenziare "coordinamenti" tra Tim e Vodafone – cosa che sicuramente non sarà – sarebbe un fatto molto grave. E il rischio è quello di una distorsione strutturale del mercato.
iPhone in Italia dall' 11 luglio 2008 con Tim e Vodafone
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iPhone, operatori soddisfatti ma è in agguato il rischio flop
Il numero di terminali dati da Apple è inferiore a quanto auspicato
Il rischio è che dopo il boom dei primi giorni il fenomeno si sgonfi in fretta
Un bilancio di Tim e Vodafone dopo il primo giorno. Telecom:
"16 mila pezzi andati via". L'obiettivo: 10 milioni nel mondo nel 2008
Alla fine del primo giorno di vendite dell'iPhone in Italia, gli operatori Tim e Vodafone cantano vittoria, parlano già di grande successo, ma alcuni indizi fanno pensare che la festa non possa ancora cominciare. Dopo tanta scommessa pubblicitaria e di marketing, faticosi accordi commerciali con Apple, sarebbe un problema per gli operatori se l'iPhone si rivelasse anche poco meno di un successo.
Due le ragioni per essere impensieriti. Il numero di terminali dati da Apple agli operatori è minore di quanto auspicato. Ed è sempre vivo il rischio che, dopo il boom dei primi giorni, il fenomeno si sgonfi in fretta, un po' come avvenuto nei mesi scorsi negli Usa e, soprattutto, in Europa con la prima versione dell'iPhone (quella non Umts che da noi non è mai stata ufficialmente venduta).
Per ora, parole di trionfo. Tim, che è stato il solo a vendere l'iPhone dalle 24 di ieri (durante la cosiddetta la notte bianca) riferisce di 16 mila unità vendute e di "grande successo, che soddisfa appieno le nostre aspettative". Per Vodafone è "un successo ben oltre le aspettative, non era mai accaduto niente di simile per la vendita di un solo cellulare", dice a Repubblica. it, a cui aggiunge che la pagina dedicata all'iPhone, sul sito di Vodafone, da giugno è stata consultata da 700 mila utenti.
Secondo indiscrezioni, Vodafone ha raccolto prenotazioni di iPhone per parecchie decine di migliaia di unità. Si può quindi immaginare che nella prima settimana di vendite i due operatori supereranno quota 100 mila iPhone venduti.
Voci di mercato mettono il dito però su un problema: gli operatori italiani non sono riusciti ad avere da Apple tanti iPhone quanti ne avevano richiesti. Lo confermano alcuni indizi: Vodafone per ora sta dando priorità a chi aveva prenotato il cellulare. "Considerate le moltissime richieste che continuano a pervenire, ci scusiamo per ogni eventuale disagio e proseguiremo a soddisfare la domanda parallelamente alla distribuzione dei telefoni da parte di Apple", dicono dalla società. È chiaro che se i terminali fossero abbastanza per tutti, il problema non si porrebbe.
Si può immaginare una situazione simile per Tim, che ha deciso quindi di sfruttare tutta la propria potenza di fuoco solo in un secondo momento: adesso sono 500 i punti vendita iPhone e diventeranno 2.500 tra due settimane.
Per gli operatori sarebbe bene poter battere il ferro finché è caldo - ed è per questo motivo che è un problema non riuscire a soddisfare tutte le richieste subito. La storia dell'iPhone dimostra infatti che l'amore del pubblico per il cellulare Apple è di quelli che s'infiammano in breve tempo e poi si sgonfiano. "Lo dicono in pochi, ma l'iPhone non riuscirà facilmente a raggiungere l'obiettivo di vendite 2008, 10 milioni di unità nel mondo. E quindi il successo dei primi giorni potrebbe essere illusorio", dice Filippo Renga, ricercatore del politecnico di Milano esperto di
telefonia mobile.
I giornali americani hanno trattato del fenomeno (http://www.telecoms.com/itmgcontent/tco ... 30057.html): nei primi sei mesi dal lancio l'iPhone ha venduto 5,4 milioni di pezzi negli Usa, per poi calare a 1,7 nei primi tre mesi 2008. Peggio è andato in Europa, dove si parla di 300-350 mila unità vendute nello scorso trimestre (altrettante, nel precedente).
[Fonte: LaRepubblica]
Il numero di terminali dati da Apple è inferiore a quanto auspicato
Il rischio è che dopo il boom dei primi giorni il fenomeno si sgonfi in fretta
Un bilancio di Tim e Vodafone dopo il primo giorno. Telecom:
"16 mila pezzi andati via". L'obiettivo: 10 milioni nel mondo nel 2008
Alla fine del primo giorno di vendite dell'iPhone in Italia, gli operatori Tim e Vodafone cantano vittoria, parlano già di grande successo, ma alcuni indizi fanno pensare che la festa non possa ancora cominciare. Dopo tanta scommessa pubblicitaria e di marketing, faticosi accordi commerciali con Apple, sarebbe un problema per gli operatori se l'iPhone si rivelasse anche poco meno di un successo.
Due le ragioni per essere impensieriti. Il numero di terminali dati da Apple agli operatori è minore di quanto auspicato. Ed è sempre vivo il rischio che, dopo il boom dei primi giorni, il fenomeno si sgonfi in fretta, un po' come avvenuto nei mesi scorsi negli Usa e, soprattutto, in Europa con la prima versione dell'iPhone (quella non Umts che da noi non è mai stata ufficialmente venduta).
Per ora, parole di trionfo. Tim, che è stato il solo a vendere l'iPhone dalle 24 di ieri (durante la cosiddetta la notte bianca) riferisce di 16 mila unità vendute e di "grande successo, che soddisfa appieno le nostre aspettative". Per Vodafone è "un successo ben oltre le aspettative, non era mai accaduto niente di simile per la vendita di un solo cellulare", dice a Repubblica. it, a cui aggiunge che la pagina dedicata all'iPhone, sul sito di Vodafone, da giugno è stata consultata da 700 mila utenti.
Secondo indiscrezioni, Vodafone ha raccolto prenotazioni di iPhone per parecchie decine di migliaia di unità. Si può quindi immaginare che nella prima settimana di vendite i due operatori supereranno quota 100 mila iPhone venduti.
Voci di mercato mettono il dito però su un problema: gli operatori italiani non sono riusciti ad avere da Apple tanti iPhone quanti ne avevano richiesti. Lo confermano alcuni indizi: Vodafone per ora sta dando priorità a chi aveva prenotato il cellulare. "Considerate le moltissime richieste che continuano a pervenire, ci scusiamo per ogni eventuale disagio e proseguiremo a soddisfare la domanda parallelamente alla distribuzione dei telefoni da parte di Apple", dicono dalla società. È chiaro che se i terminali fossero abbastanza per tutti, il problema non si porrebbe.
Si può immaginare una situazione simile per Tim, che ha deciso quindi di sfruttare tutta la propria potenza di fuoco solo in un secondo momento: adesso sono 500 i punti vendita iPhone e diventeranno 2.500 tra due settimane.
Per gli operatori sarebbe bene poter battere il ferro finché è caldo - ed è per questo motivo che è un problema non riuscire a soddisfare tutte le richieste subito. La storia dell'iPhone dimostra infatti che l'amore del pubblico per il cellulare Apple è di quelli che s'infiammano in breve tempo e poi si sgonfiano. "Lo dicono in pochi, ma l'iPhone non riuscirà facilmente a raggiungere l'obiettivo di vendite 2008, 10 milioni di unità nel mondo. E quindi il successo dei primi giorni potrebbe essere illusorio", dice Filippo Renga, ricercatore del politecnico di Milano esperto di
telefonia mobile.
I giornali americani hanno trattato del fenomeno (http://www.telecoms.com/itmgcontent/tco ... 30057.html): nei primi sei mesi dal lancio l'iPhone ha venduto 5,4 milioni di pezzi negli Usa, per poi calare a 1,7 nei primi tre mesi 2008. Peggio è andato in Europa, dove si parla di 300-350 mila unità vendute nello scorso trimestre (altrettante, nel precedente).
[Fonte: LaRepubblica]
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In soli tre giorni Apple ha venduto in tutto il mondo un milione di iPhone, il doppio delle attese degli analisti. Il dato ha spinto verso l’alto il titolo della società di Cupertino, cresciuto dell’1,24 per cento a 174,72 dollari. L’amministratore delegato di Apple, Steve Jobs, non nasconde la propria soddisfazione: «iPhone 3G ha avuto un week-end di lancio sensazionale. C’erano voluti 74 giorni per vendere il primo milione di iPhone di prima generazione».
Nonostante i problemi registrati negli Usa venerdì scorso nell’attivazione, con iTunes che non funzionava a dovere rallentando le operazioni di registrazione, si stima che la nuova versione del supercellulare abbia già portato nelle casse di Apple circa 500 milioni di dollari.
Successo anche per [b]il negozio virtuale della Apple, App Store[/b], lanciato insieme all’iPhone lo scorso venerdì: in tre giorni le applicazioni scaricate sono state più di 10 milioni.
[Fonte: LaStampa - 15 luglio 2008]
Nonostante i problemi registrati negli Usa venerdì scorso nell’attivazione, con iTunes che non funzionava a dovere rallentando le operazioni di registrazione, si stima che la nuova versione del supercellulare abbia già portato nelle casse di Apple circa 500 milioni di dollari.
Successo anche per [b]il negozio virtuale della Apple, App Store[/b], lanciato insieme all’iPhone lo scorso venerdì: in tre giorni le applicazioni scaricate sono state più di 10 milioni.
[Fonte: LaStampa - 15 luglio 2008]
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Le applicazioni per l'Iphone scaricate da 'App Store' hanno superato quota 60 milioni in un solo mese dal lancio del nuovo modello del cellulare-lettore Mp3 della Apple. Lo ha detto, in un'intervista al Wall Street Journal, l'amministratore delegato della società di Cupertino Steve Jobs, sottolineando che le applicazioni hanno generato entrate per circa 1 milioni di dollari al giorno dal lancio mondiale dell'Iphone, avvenuto l'11 luglio.Fenice ha scritto:Successo anche per [b]il negozio virtuale della Apple, App Store[/b], lanciato insieme all’iPhone lo scorso venerdì: in tre giorni le applicazioni scaricate sono state più di 10 milioni.
A questo ritmo le applicazioni potrebbero generare 360 milioni di entrate in più per Apple ogni anno, ha aggiunto Jobs, evidenziando come 'App Store' non è comunque destinato a a divenire una forte risorsa di guadagno per Apple, anche se il successo del portale spingerà ancor di più le vendite di Iphone.
[Fonte: ANSA - 11 agosto 2008]
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Alla Apple devono aver pensato che non si sa mai e che era meglio non correre rischi. «L’iPhone che abbiamo creato è così bello, sarebbe un peccato se qualcuno dovesse rovinarlo - si saranno detti i programmatori del super telefonino della casa di Cupertino -. Meglio proteggerlo». Solo che non si tratta di una super scocca per ripararlo dai graffi, quanto di un meccanismo, chiamato «kill switch», che consente alla Apple di impedire l’installazione sull’iPhone di programmi non graditi.
E c’è già chi teme la possibilità che l’azienda produttrice possa controllare a distanza il «melafonino» di chiunque.
La scoperta della leva per il blocco dei programmi è stata fatta da Jonathan Zdziarski, esperto di iPhone, e dopo lunghe discussioni on line fra gli appassionati è stata confermata dal presidente e amministratore delegato Steve Jobs. (continua)
E c’è già chi teme la possibilità che l’azienda produttrice possa controllare a distanza il «melafonino» di chiunque.
La scoperta della leva per il blocco dei programmi è stata fatta da Jonathan Zdziarski, esperto di iPhone, e dopo lunghe discussioni on line fra gli appassionati è stata confermata dal presidente e amministratore delegato Steve Jobs. (continua)