Un paio di giorni fa è stato
pubblicato online questo articolo su Haiti: vediamo un po' come stiamo aiutando gli haitiani...
Alle 16.53 di oggi (le 22.53 in Italia) gli haitiani di Port au Prince vivranno il
quarantaduesimo giorno tra le macerie della loro città, da quel maledetto 12 gennaio, un martedì, quando a 13 chilometri di profondità, nelle viscere del sottosuolo dell'isola, la terra cominciò a vibrare, a sobbalzare e a spaccarsi, come volesse inghiottire tutto e tutti. Oltre 230 mila le vittime, 100 mila gli edifici distrutti, 190 mila quelli danneggiati, 600 mila le persone che hanno abbandonato la capitale. Un cataclisma. Una catastrofe nel luogo dove ancora oggi non c'è corrente elettrica, con il coprifuoco fissato alle 18, dove la terra continua a tremare e dove il 45% dei sopravvissuti sono bambini o ragazzi senza famiglia e, proprio per questo, esposti al rischio di malnutrizione, malattie, sfruttamento sessuale, traffico di esseri umani.
Il bilancio degli aiuti.
A distanza di un mese e mezzo, c'è da fare un primo bilancio delle risorse finanziarie raccolte in Italia e nel mondo, oltre che la verifica di come quel denaro è stato usato.
Il governo italiano ha erogato 9 milioni e 541 mila euro, in contributi finanziari veri e propri e in aiuti materiali.
Operazione trasparenza. Oggi, alla Casa del Cinema di Roma, è in corso un seminario organizzato da Agire, l'agenzia che rappresenta nove fra le Ong italiane più grandi, alcune delle quali operano da tempo ad Haiti. L'incontro, aperto ad aziende e donatori privati, serve per discutere assieme il modo migliore per impegare il denaro raccolto attraverso gli Sms solidali ed altre forme, che ammonta - per quanto riguarda Agire - a 13 milioni e 600 mila euro.
- In Italia. Nel nostro Paese, in tutto, sono stati donati - da privati e varie istituzioni - 15 milioni 971 mila euro, attraverso due grandi centri di raccolta: da una parte, quello di Agire, il consorzio di 9 Ong italiane e, dall'altra, la Croce Rossa. Tutti e due si sono serviti dei più importanti gestori telefonici che, attraverso gli Sms, hanno ancora una volta fatto palpitare il "grande cuore" degli italiani. Dai cellulari Tim, Vodafone, Wind, "3", e dai telefoni fissi di Telecom e Infostrada, sono volati verso Haiti quasi 16 milioni, rispettivamente, 13 milioni e 600 mila raccolti da gruppo Tim, Vodafone e telefoni fissi di Telecom in favore di Agire; mentre Wind e apparecchi fissi di Infostrada hanno messo insieme 2 milioni e 371 mila euro in favore della CRI. Il primo gruppo ha raccolto denaro nella misura del 40% Tim; 40% Vodafone e 20% Telecom. Denaro messo poi a disposizione di Agire, che ha così distribuito poco più di 1 milione e mezzo di euro a ciascuna delle 9 Ong: Action Aid, Cesvi, Cisp, Coopi, GVC Onlus, Intersos, Save the Children, Terre des Hommes e Vis. Il secondo gruppo, cioè Wind e telefoni fissi Infostrada, hanno invece raccolto fondi per la Croce Rossa, che da Wind ha già incassato 1 milione di euro.
- Progetti delle Ong. Ad Haiti le Ong di Agire gestiscono la distribuzione di 1.3 milioni di razioni alimentari; l'allestimento di 7.600 rifugi temporanei nei campi profughi, che danno riparo ad oltre 40.000 persone; il reinserimento nei processi educativi di 21.000 bambine e bambini; la ricostruzione di almeno 15 strutture comunitarie (scuole, orfanotrofi e centri sanitari); la realizzazione di 1.360 latrine pubbliche. Nel seminario in corso alla Casa del Cinema si stanno individuando altre priorità: L'orientamento, in linea dimassima, è quello di privilegiare, nell'ordine: la ricostruzione, l'accesso all'acqua e il cibo.
- Progetti della CRI. Le donne e gli uomini della Croce Rossa garantiscono invece prevalentemente il funzionamento delle cucine e la regolarità nella distribuzione dei cibi. Ma si sono resi indispensabili anche per alcuni aspetti della ricostruzione, per la potabilizzazione dell'acqua, oltre che per l'assistenza dei malati.
- Nel resto del mondo. Per Haiti, stando ai dati dell'OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affair) delle Nazioni Unite sono stati raccolti poco più di 2 miliardi e 35 milioni di dollari in tutto il mondo, attraverso 1330 organizzazioni in 22 nazioni.
- Le promesse non mantenute. Il problema è che nelle ore immediatamente successive al terremoto, erano state promesse risorse ben maggiori. Oltre 1 miliardo di euro in più.
Basta scorrere le pagine del rapporto dell'OCHA per rendersi conto che il 43% dell'intera cifra raccolta nel mondo proviene da privati (874.608.740 dollari) anche se non sono ancora disponibili 85.692.647. Dai grafici si deduce poi che, nel bilancio tra quanto annunciato e quello realmente arrivato a destinazione, i più inadempienti risultano essere il Giappone e l'Unione Europea. Il primo, che a fronte di 45 milioni di dollari promessi, ne ha mandati solo 25 milioni e 327 mila. Per quanto riguarda l'Ue, il confronto è ancora più eclatante: 155.375.857 annunciati, ma solo 15 milioni e 342 mila realmente disponibili.
Va precisato, però, che i meccanismi di stanziamento ed erogazione delle risorse del'Ue sono complessi e, dunque, è praticamente certo che, gradualmente il denaro arrivi. In ritardo - tanto da costringere le organizzazioni che operano ad Haiti ad anticipare risorse - ma arriveranno. 
- Progetti. Secondo il piano formulato dall'ufficio di Coordinamento degli aiuti delle Nazioni Unite, la maggior parte delle risorse dovranno essere impegnate - e saranno impiegate - per il cibo (480 milioni e 418 mila dollari); al secondo posto, la salute (177 milioni e 500 mila dollari). Seguono le emergenze della ricostruzione di case e infrastrutture, cui verranno destinati 157 milioni e 372 mila dollari; 118 milioni sono già stati impegnati per i ricoveri d'urgenza dell'immediato dopo-terremoto. Una fetta importante delle risorse raccolte in tutto il mondo è - e sarà - assorbita dalle spese di coordinamento, in pratica dalla macchina organizzativa dei soccorsi: 215 milioni e 664 mila dollari.