Large Hadron Collider: acceleratore di particelle e Big Bang

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L'esperimento di fisica più costoso e ambizioso della storia continua a far parlare di sé. Dopo la sventata minaccia della creazione di buchi neri con conseguenti scenari apocalittici, il Large Hadron Collider di Ginevra torna alla ribalta per essere stato attaccato, con successo, da un gruppo di hacker greci.
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:freccia2: La denuncia. La notizia della violazione dei sistemi informatici del Cern arriva dalle pagine del quotidiano inglese Telegraph. Proprio mentre tutto il mondo teneva le dita incrociate per i primi passaggi di particelle nel sottosuolo svizzero, il "Greek security team" (Gst) riusciva ad accedere ai server dell'esperimento Cms (che insieme ad Atlas è a caccia del Bosone di Higgs), modificandone la home page pubblica (http://cmsmon.cern.ch) con una "personalizzata". Nella nuova pagina il Gst ricordava agli scienziati di "non combinare pasticci", evidenziando come la sicurezza del centro di ricerca nucleare europeo abbia numerose lacune.
:freccia2: I rischi. L'attacco degli hacker, oltre a portare all'immediato oscuramento della pagina, avrebbe danneggiato un file e poco altro, ma il pericolo per l'esito dell'esperimento è stato serio. Una volta riuscito ad infiltrarsi nel sistema, il Gst non era infatti troppo lontano dal poter accedere anche al computer che controlla uno dei magneti da oltre 12 mila tonnellate. Se avesse voluto sarebbe forse stato in grado di falsare una parte della prova, con conseguenti danni milionari.
:freccia2: Il Cern. La falla informatica non preoccupa tuttavia i responsabili del Cern. "Non ci sembra ci siano stati gravi danni e tutto è stato scoperto rapidamente - ha dichiarato il portavoce James Gillies - Abbiamo una rete composta da molti livelli di sicurezza". I responsabili della sicurezza hanno intanto provveduto a rimuovere i file inseriti dagli hacker, prestando particolare attenzione alla presenza di "backdoor" e adesso stanno cercando di capire come questo attacco si sia potuto verificare. La teoria principale è che il Gst abbia sfruttato i dati di accesso di qualche addetto dell'acceleratore statunitense Tevatron del Fermilab.
[Fonte: LaRepubblica - 13 settembre 2008]
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Sarà un italiano a dirigere i progetti del Centro Europeo di Ricerche Nucleari. Sergio Bertolucci, membro della giunta dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), è stato nominato ieri all'unanimità, direttore della Ricerca (Director of Research and Computing) del laboratorio eurpoeo del Cern di Ginevra dove è in funzione l'acceleratore di particelle LHC. Si legge in un comunicato dell'INFN che la decisione è arrivata dal Council del Cern, che si è riunito a Ginevra. (continua)

Che onore! :applauso2:
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Ho esultato troppo presto. :goccia3:
Rinviato di mesi, probabilmente per la prossima primavera, l'appuntamento storico con le prime collisioni di protoni all'interno del più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, dopo il guasto diagnosticato nei giorni scorsi. Date precise ancora non sono uscite dalle riunioni che si susseguono in queste ore nella sede del Centro europeo per le ricerche nucleari. "Stiamo verificando l'entità dei danni", ha detto il direttore del laboratorio magneti superconduttori del Cern, Lucio Rossi. Quello che è certo è che è necessario un mese solo per alzare la temperatura bassissima (271 gradi sotto zero) alla quale funziona l'acceleratore: una gradualità indispensabile per evitare il rischio di rotture meccaniche di bobine e magneti.
Un altro mese servirà per tornare alla bassissima temperatura indispensabile al funzionamento della macchina. A questi due mesi vanno poi aggiunti i tempi tecnici per riparare i danni. Si arriverà così a fine anno. Dall'inizio del 2009 era programmato da tempo un lungo periodo di fermo (uno o due mesi) per la manutenzione della macchina. Sarà il direttore generale del Cern, Robert Aymar, a decidere se confermare o meno lo stop per la manutenzione.
Al momento, comunque, il ripristino dell'attività dell'Lhc dovrebbe slittare ai primi mesi del prossimo anno. In forse anche la data del 21 ottobre, programmata da mesi per la cerimonia di inaugurazione dell'acceleratore. "E' un ritardo che dispiace, ma sono questi i tempi tecnici necessari per risolvere il problema", ha detto il fisico Sergio Bertolucci, membro della giunta esecutiva dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e che dal prossimo primo gennaio sarà in carica come direttore di ricerca del Cern. Oggi nel tunnel circolare lungo 27 chilometri dell'Lhc i tecnici stanno esaminando le condizioni di sicurezza. Al momento non sembrano esserci stati danni ai grandi magneti necessari agli esperimenti. Il danno è stato di natura elettrica: si è rotta una delle giunzioni che alimentano elettricamente i magneti e la scarica generata provocato un problema meccanico, con la rottura di una delle condutture in cui scorre l'elio liquido necessario a mantenere bassa la temperatura per consentire il funzionamento dei magneti superconduttori.
[Fonte: ANSA - 22 settembre 2008]

Continua... :occhi4:
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:shock5: quella temperatura è prossima allo zero assoluto (-273.15 °C), più in basso della quale non si può andare! Beh dai sono stati bravi a trovare il guasto in 27 Km di percorso. :risata4:
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Al nastro di partenza la rete globale da 100.000 computer che potrebbe diventare l'Internet del futuro. Si chiama Grid (calcolo a griglia) e domani sarà inaugurata con una cerimonia nel Cern di Ginevra, proprio dove 17 anni fa nacque il World Wide Web. E' nata per analizzare l'enorme quantità di dati che il più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) inaugurato il 10 settembre scorso, comincerà a produrre a partire dalla prossima primavera, quando sarà stato riparato il guasto che lo ha costretto a fermarsi poco dopo il suo debutto. Con la potenza di calcolo di 100.000 computer, Grid è una rete distribuita che unisce 140 centri di calcolo di 33 Paesi. Grazie ad essa migliaia di fisici di tutto il mondo potranno analizzare l'enorme quantità di dati che ogni saranno prodotti dall'acceleratore Lhc: 15 milioni di Gigabyte, tanti quanti possono essere contenuti in una torre di Cd alta 20 chilometri, vale a dire alta 60 volte la torre Eiffel. (ANSA)