Terremoto in Abruzzo

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Sto partendo per l'Abruzzo: andiamo a verificare i danni e a sbrigare le pratiche per il soprallugo. Intanto proveremo ad entrare in 2 vecchie casa, una delle quali esternamente dovrebbe avere lesioni (figuriamoci internamente :occhi: ).
Vi aggiornerò stasera o domani: non credo di riuscire a collegarmi dai luoghi del terremoto, ma... non si sa mai.
Edit delle 11.25:tante crepe nella casa paterna,ma nessun crollo.
Impressionante la desolazione e il numero di tendopoli lungo la via..
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Rob
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La desolazione è la cosa più sconcertante, già vista in TV è impressionante, figuriamoci dal vivo.. State attenti e ricordate il casco protettivo.
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Fenice
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Sto ad Antrodoco, sulla strada del ritorno: si vedono ancora tende, ma montate da privati.
Rinvio il racconto della mattinata a quando arrivo a casa (devo anche pranzare), ma vi anticipo una cosa che immaginate: poco di ciò che si vede in TV corrisponde alla realtà.
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Fenice
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Sono tornata dall'Abruzzo circa un'ora fa: il tempo di rinfrescarmi e mangiare qualcosa ed eccomi qui a scrivere; ci tengo a riportare impressioni e commenti "a caldo". Vi avviso che ciò è un male per chi è curioso di leggere: non so se riuscirò a frenare il fiume di pensieri...
:freccia2: Il viaggio d'andata.
Eravamo in quattro e due di noi non hanno fatto altro che parlare di tutto ciò di cui parlano da una settimana, cioè da quando abbiamo avuto notizie più dettagliate di parenti ed edifici. Io sono intervenuta poco perché è da una settimana che sto dai miei e che sento questi discorsi: ripeterli e fare assurde supposizioni non serviva a niente; però mi faceva piacere seguire i soliti discorsi perché la scorsa notte ho dormito pochissimo e rischiavo di addormentarmi.
Ad Antrodoco (ad oltre 30 km da L'Aquila) abbiamo visto le prime tende: non erano quelle con la scritta Ministero degli Interni o cose simili, ma tende da campeggio montate da privati. La gente ha paura. :triste:
A circa 9 km da L'Aquila avevamo appuntamento con altri parenti provenienti dalla Campania, ma il ponte su cui dovevamo passare era chiuso perché inagibile, così abbiamo cambiato strada. Passando tra i vari paesini deserti abbiamo visto tantissime tendopoli piene di gente seduta a parlare: la staticità del tutto era impressionante, sembrava di guardare dei quadri e ad un certo punto non sentivo più la musica in macchina, né le chiacchiere. Non so per quanto tempo sono stata assorta a guardare questi "quadri viventi", ma quando ho girato lo sguardo verso l'abitacolo per un secondo continuavo a non sentire le voci, ma vedevo solo mio padre che indicava le montagne. A quel punto ho ripreso a sentire (è stata una sensazione stranissima :occhi: ) e mi sono accorta che eravamo alle porte del paese di mio padre.
:freccia2: Il paese di mio padre.
Le prime case che abbiamo visto avevano varie crepe e le poche centinaia di metri per raggiungere la casa di mia nonna sembravano non finire mai.
Abbiamo parcheggiato quasi alla fine del paese, dove c'è uno spiazzo lontano dalle abitazioni e abbiamo iniziato il nostro giro di perlustrazione.
:freccia2: La casa di mia nonna.
Ho scattato tantissime fotografie alle crepe: ce ne sono sia all'esterno che all'interno, ma la casa sta molto meglio di come immaginavamo. Io temevo che il pavimento della sala fosse crollato, invece è caduta solo una bottiglia e nemmeno si è rotta. Tenete conto del fatto che la casa è stata costruita all'inizio del 1800 (se non prima): è in legno e mattoni, ma per fortuna ci sono molte volte. Il commento di mio padre è stato: "Altro che calcestruzzo! I romani avevano capito tutto!". Oltre alle volte, sono stati d'aiuto gli accorgimenti presi dopo il precedente terremoto: la casa sta in una zona sismica e, in oltre 200 anni, di scosse ne ha subite molte (mio padre è cresciuto tra un terremoto e l'altro, ma non disastrosi).
:freccia2: La casa di una zia.
Con noi è venuta anche la zia che abita in provincia di Roma (quella di cui ho scritto spesso nella settimana passata): la sua casa è attaccata a quella di mia nonna. Le crepe nella casa di zia sono più poche (è più piccola), ma un paio sono molto profonde e lunghe; lei non ci vive, ma allo stato attuale delle cose non avrebbe nemmeno l'autorizzazione per farlo.
Sia nella casa di mia nonna che in quella della zia le crepe si presentano in zone che nel corse dei decenni sono state modificate per qualche motivo.
:freccia2: L'unica casa del paese senza crepe.
Un cugino di mio padre ha costruito la sua casa con le proprie mani: ci ha messo oltre un decennio e il muro di cinta deve ancora essere completato, ma la casa (a 2 piani) non ha subito il minimo danno. Siamo stati lì a chiacchierare per oltre un'ora: abbiamo ascoltato racconti della notte del terremoto che ha distrutto L'Aquila, appreso notizie dettagliate di questioni che conoscevamo solo in generale e scoperto cose che potevamo solo immaginare a cui non vorremmo credere. Non posso riportare tutto: non saprei da dove cominciare e vi annoierei più di quanto sto facendo ora, ma qualcosa voglio aggiungere.
:freccia2: Racconti della notte del terremoto.
  • Due zii stavano a L'Aquila al quarto piano di una palazzina; quando hanno sentito le scosse precedenti a quella delle 3.32 si sono affacciati per vedere se i vicini stavano uscendo di casa, ma tutti erano dentro e così sono rimasti pure loro. Quando è arrivata la "scossa assassina" mia zia voleva scappare fuori, ma il marito le ha detto di aspettare che la terra smettesse di tremare: non si aspettavano che durasse tanto. Appena il terremoto è finito si sono diretti verso l’esterno della casa, ma non è stato facile: erano al buoi, gli oggetti in casa erano tutti caduti a terra e si erano rotti, quindi il pavimento era pieno di cose; inoltre un armadio aveva bloccato una porta... Quando sono riusciti ad uscire (secondi interminabili) sentivano tutti botti per le scale: erano i battiscopa che si staccavano.
    Loro sono salvi, il loro appartamento è agibile anche se i mobili e gli oggetti sono distrutti, ma... gli appartamenti al primo e secondo piano non sono agibili, quindi la palazzina andrà buttata giù e ricostruita... Al momento vivono nel paesino di mio padre: anche loro sono cresciuti lì. Entrano in casa per lavarsi e per prendere i vestiti, però la notte dormono in una tenda che il figlio ha montato in giardino oppure stanno nel garage, anche se sentono molto freddo. Oggi la protezione civile ha fornito loro una tenda: mia zia l'ha lavata con la varechina, ma non è riuscita a togliere l'odore nauseante della plastica.
    Per mangiare vanno nella tendopoli vicino al paese oppure cuociono qualcosa accendendo un fuoco in giardino (l'erogazione del metano è stata bloccata dopo il terremoto).
  • Quei parenti che stanno nell'unica casa senza crepe non se la stanno passando bene: la moglie del cugino di mio padre è di Coppito e lì ha i suoi parenti le cui case sono state distrutte. Un fratello si è salvato gettandosi dal secondo piano del suo appartamento: non si è fatto nemmeno un graffio, ma la casa è crollata.
:freccia2: Vittima 288 e 289.
Ricordate che nel giorno dei funerali di stato si diceva che le vittime erano 289? Al momento sono salite a 292, ma temo che il numero aumenterà… Questo timore è dovuto al fatto che le vittime numero 288 e 289 sono state ritrovate nel giorno dei funerali di stato perché (secondo TV e giornali) i parenti avevano segnalato la scomparsa soltanto il giorno prima. Ma le cose non stanno così...
DUE CORPI RITROVATI Mentre nella Scuola della Guardia di Finanza stanno per iniziare i funerali delle vittime del terremoto, le macerie continuano a restituire cadaveri: in via Roma, nel centro de L'Aquila, i Vigili del fuoco hanno infatti individuato due corpi. Secondo quanto si apprende, si tratterebbe di una donna di 53 anni e di sua figlia di 18 anni. La scomparsa delle due sarebbe stata segnalata soltanto ieri sera e dunque si è iniziato a scavare in nottata. (Leggo)

La donna di 53 anni e la figlia di 18 (da compiere) sono le parenti di cui vi ho scritto. Essendo parenti acquisite, finora non avevamo saputo molti dettagli: oggi la moglie del cugino di mio padre, parente diretta delle vittime, ci ha raccontato come sono andate davvero le cose.
Il figlio della donna di 53 anni (e fratello della 17enne) ha segnalato la scomparsa delle due già lunedì 6 aprile! Il ragazzo (di 25-26 anni) ha saputo che il compagno della madre stava in Ospedale ad Avezzano e in un primo momento pensava che anche le due donne stessero lì; invece l'uomo stava in ospedale anche durante il terremoto per suoi problemi di salute... Ha cercato (insieme ad altri parenti tra cui la moglie del cugino di mio padre) le donne tra i cadaveri, ma non c'erano; poi è stato informato che stavano in un campo, poi in un altro,... Nulla di vero, solo voci nel caos dei primi giorni. Fino a giovedì 9 ha chiesto che venissero effettuati degli scavi in via Roma, ma i carabinieri dicevano che lì non c'era nessuno; il giovedì si è arrabbiato e ha preteso che scavassero. Un carabiniere gli ha risposto che avrebbe chiamato l'unità cinofila, ma se non fossero stati trovati i corpi il ragazzo sarebbe stato denunciato. I corpi sono stati trovati, il carabiniere è sparito e oltre al danno subito i parenti hanno dovuto leggere sui giornali e sentire in TV che la colpa del ritrovamento dopo 5 giorni è della segnalazione giunta in ritardo.
Come se non bastasse, la sorella della 53enne è andata a L'Aquila per il riconoscimento: a mezzanotte circa l'hanno fatta passare in mezzo alle macerie e un ferro sporgente l'ha fatta cadere, così si è rotta la spalla.
E' possibile che altre persone abbiano segnalato la scomparsa di parenti che non stavano tra i morti: se non li troveranno nemmeno nei campi i morti potrebbero aumentare...
Mi sto dilungando, ma di cose da scrivere ne avrei tantissime. Mi limito a qualche notizia di cui avrei preferito non avere conferma.
  • Alcune parti dell'ospedale di L'Aquila erano state costruite in cemento senza armatura. Le prove raccolte vengono piano piano accumulate in un "capannone segreto": so dove sta perché un parente ci lavora, ma non mi pare il caso di scriverlo.
    Se si chiama il call center dell'ospedale risponde gente che non sa indirizzare chi ha bisogno di cure: è accaduto al cugino di mio padre che voleva sapere come contattare un reparto. Regna il caos...
  • La figlia di un cugino di mio padre è arrabbiata con la Gelmini: l'apertura delle scuole è solo "una favola per fare bella figura", infatti è stata aperta solo una scuola piccolissima. Lei e i suoi oltre 600 compagni di istituto non hanno avuto comunicazioni sull'apertura a breve di capannoni o simili in cui riprendere le lezioni.
  • Nelle tendopoli i volontari sono molto gentili e premurosi, ma le condizioni sanitarie sono pessime.
    Ho assistito al tentativo di una donna di convincere il fratello a lasciare la casa inagibile e a trasferirsi nelle tende: ci ha messo moltissimo e ha aggiunto che è la terza volta che l'uomo torna in casa perché nelle tende non riesce a dormire per il freddo e l'umidità e non può lavarsi.
  • Nella tendopoli hanno comunicato che dalle tende non si passerà ai container, ma direttamente alle case in legno. Immagino che per molti ciò significhi vivere nelle tende per tutta l'estate...
:freccia2: Viaggio di ritorno.
Stavamo tutti in silenzio. Avevo fatto colazione alle 7.30, ma non sentivo la fame; avevo dormito poco, ma non volevo dormire. Pensavo un po' a tutto ciò che avevo visto e sentito, ma soprattutto alla forza che ha la moglie del cugino di mio padre: le case dei fratelli sono distrutte e questi sono vivi per miracolo; ha cercato per giorni le due donne di cui sopra; ha in casa i suoceri quasi 90enni e il suocero sta nel letto con un tumore che lo sta logorando da mesi; la figlia non va a scuola e ha bisogno di cure mediche (non gravi) mensili;...
Ognuno vive il suo più o meno piccolo dramma: lei pensa a chi ha perso i propri cari e si fa forza per andare aventi. Il futuro è piuttosto buio e le continue scosse (due delle quali mentre stavamo lì) non aprono uno spiraglio di luce, ma la vita deve continuare.
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Grazie Fenice per la tua testimonianza, che chiarisce ancora una volta che non è possibile capire a fondo le cose se non le si vive in prima persona. Incredibile la disinformazione nella vicenda dei tuoi parenti, questo ad ulteriore conferma di come i media costruiscano ad arte ciò che non possono o non vogliono raccontare. Speriamo che la macchina organizzativa, elogiata in lungo e in largo, faccia il suo compito velocemente: è vero che chi è sopravvissuto può essere contento per essersi salvato, ma ciò non toglie che stia vivendo una situazione drammatica ed estremamente pesante da sopportare.