Ostensione Sindone Torino - Dal 10 aprile al 23 maggio 2010
-
- Very Important Poster
- Messaggi: 7324
- Iscritto il: 17/06/2008, 15:16
- 16
- Sesso:
Si dice che nella vita bisognerebbe evitare di avere rimpianti. Bene io oggi, con la chiusura dell'ostensione della Sacra Sindone, ho il rimorso enorme di non esser andata
-
- Very Important Poster
- Messaggi: 31357
- Iscritto il: 06/01/2008, 14:53
- 17
- Località: Prope Caput Mundi
- Umore:
- Grazie inviati: 1
- Sesso:
Rimpianto e rimorso non sono mica la stessa cosa, anzi: si dice meglio un rimorso che un rimpianto...marika ha scritto:Si dice che nella vita bisognerebbe evitare di avere rimpianti. Bene io oggi, con la chiusura dell'ostensione della Sacra Sindone, ho il rimorso enorme di non esser andata
Immagino che tu rimpianga di non essere stata a Torino durante il periodo dell'Ostensione... Oppure il rimorso è dovuto al fatto che ti senti in colpa perché non ti sei impegnata abbastanza per convincere i tuoi genitori?
-
- Very Important Poster
- Messaggi: 7324
- Iscritto il: 17/06/2008, 15:16
- 16
- Sesso:
Entrambe le cose! Ormai è andata!
-
- Very Important Poster
- Messaggi: 31357
- Iscritto il: 06/01/2008, 14:53
- 17
- Località: Prope Caput Mundi
- Umore:
- Grazie inviati: 1
- Sesso:
Come vi ho anticipato ieri, ho letto il Capitolo 14 de I misteri del Vaticano dal titolo: La sacra Sindone di Torino - Perché la Chiesa rifiuta di considerare autentico il sudario.
Riporto qualche passo significativo...
Riporto qualche passo significativo...
Torino, 13 ottobre 1988. L'anziano cardinale Anastasio Ballestrero, 75 anni, arcivescovo del capoluogo piemontese, non concede spesso conferenze stampa. I giornalisti hanno risposto numerosi al suo invito. Quasi tutti sanno che Ballestrero ha avviato, nel settembre 1986, un ambizioso studio scientifico sulla sacra Sindone, il drappo che si dice fosse il lenzuolo in cui Cristo fu avvolto dopo la morte sulla croce, circa 2000 anni fa, e che riposa nella sua cattedrale. Per la prima volta si è utilizzata la tecnica del "carbonio 14" per stimare la data originale dell'oggetto. Senza aspettare che questi studi diventassero dotte pubblicazioni scientifiche, il cardinale ha deciso di rendere pubblici i risultati di questa ricerca fuori dal comune.
[...]
il cardinale annuncia il verdetto dei tre laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, che hanno lavorato, spiega, in modo indipendente: "L'intervallo delle date attribuite al tessuto del sudario si colloca tra il 1260 e il 1390 dopo Cristo".
[...]
il cardinale annuncia il verdetto dei tre laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, che hanno lavorato, spiega, in modo indipendente: "L'intervallo delle date attribuite al tessuto del sudario si colloca tra il 1260 e il 1390 dopo Cristo".
...nel 1898 l'avvocato Secondo Pia, fotografo per diletto, fece il primo cliché del pezzo di tessuto sul quale, a occhio nudo, si distingue vagamente la traccia brunastra e sfumata del cadavere di un uomo di fronte e di schiena. Il negativo di questa fotografia che ben presto farà il giro del mondo, è molto più leggibile dell'originale e provocherà reazioni polemiche a catena.
[...]Innanzitutto si deve dire che il corpo "rivelato" in questo modo è di una precisione anatomica e fisiologica eccezionali. Durante le ricerche si scoprirà che l'uomo era alto circa 1,78 metri, aveva una trentina d'anni, era di tipo semitico ecc.
I medici e gli specialisti che hanno lavorato sul tema rimasero stupefatti: il falsario, se esiste un falsario, doveva essere un genio della medicina! Il chirurgo Pierre Barbet, che ha studiato minuziosamente il sudario negli anni 1930-1940, ha sempre dichiarato, in tutte le sue conferenze: "Anche attualmente, nessuno di noi potrebbe realizzare immagini simili senza commettere qualche errore!".
Ancora più inquietante: la fotografia di Secondo Pia rivela altresì, con precisione inedita, che il corpo dell'uomo sul lenzuole presenta tracce di colpi e di ferite e che le sue stimmate corrispondono esattamente al racconto della crocifissione di Gesù di Nazaret: segno dei chiodi nelle mani e nei piedi, trasporto di un oggetto molto pesante sulla spalla, tracce di flagellazione, lesioni intorno alla testa, ferita profonda vicino al cuore.
[...]nuove ricerche storiche, lo studio fisico e chimico del tessuto, l'analisi delle polveri e dei pollini, le osservazioni anatomiche più precise, le osservazioni spettrografiche più profonde propendono a sostenere la tesi dell'autenticità: sì, il drappo di lino può provenire dalla Terrasanta; sì, la struttura del tessuto, spigato e di lino, era frequente del Vicino Oriente antico; sì, misura approssimativamente 8x2 cubiti, come in vigore all'epoca di Cristo; sì, l'uomo è stato sottoposto ad un crudele supplizio, come Gesù; sì, le ferite osservate corrispondono in pieno al racconto della passione...
Ora viene "il bello": un po' di quesiti...[...]Innanzitutto si deve dire che il corpo "rivelato" in questo modo è di una precisione anatomica e fisiologica eccezionali. Durante le ricerche si scoprirà che l'uomo era alto circa 1,78 metri, aveva una trentina d'anni, era di tipo semitico ecc.
I medici e gli specialisti che hanno lavorato sul tema rimasero stupefatti: il falsario, se esiste un falsario, doveva essere un genio della medicina! Il chirurgo Pierre Barbet, che ha studiato minuziosamente il sudario negli anni 1930-1940, ha sempre dichiarato, in tutte le sue conferenze: "Anche attualmente, nessuno di noi potrebbe realizzare immagini simili senza commettere qualche errore!".
Ancora più inquietante: la fotografia di Secondo Pia rivela altresì, con precisione inedita, che il corpo dell'uomo sul lenzuole presenta tracce di colpi e di ferite e che le sue stimmate corrispondono esattamente al racconto della crocifissione di Gesù di Nazaret: segno dei chiodi nelle mani e nei piedi, trasporto di un oggetto molto pesante sulla spalla, tracce di flagellazione, lesioni intorno alla testa, ferita profonda vicino al cuore.
[...]nuove ricerche storiche, lo studio fisico e chimico del tessuto, l'analisi delle polveri e dei pollini, le osservazioni anatomiche più precise, le osservazioni spettrografiche più profonde propendono a sostenere la tesi dell'autenticità: sì, il drappo di lino può provenire dalla Terrasanta; sì, la struttura del tessuto, spigato e di lino, era frequente del Vicino Oriente antico; sì, misura approssimativamente 8x2 cubiti, come in vigore all'epoca di Cristo; sì, l'uomo è stato sottoposto ad un crudele supplizio, come Gesù; sì, le ferite osservate corrispondono in pieno al racconto della passione...
La famosa conferenza stampa del cardinale Bellestrero, nell'ottobre 1988, avrebbe dovuto calmare gli animi. Paradossalmente invece susciterà una nuova ondata di contestazioni e dubbi fra i saggi e gli esperti di tutto il mondo. Infatti quella conclusione così perentoria non faceva altro che mettere in evidenza una serie di misteri scientificamente incomprensibili. E la tesi ormai ufficiale della falsa reliquia realizzata da un geniale artigiano del XIV secolo implicava troppi postulati privi di senso per poter essere accettata senza serie riserve:
- Per ottenere i segni sul corpo e le tracce di sangue così precisi, compresa la lesione dovuta allo sfregamento della croce sulla spalla del suppliziato, compresi i segni rotondi che avrebbe potuto lasciare il flagrum utilizzato dai romani per fustigare i condannati, il falsario avrebbe dovuto falgellare, crocifiggere e assassinare uno dei suoi contemporanei nelle esatte condizioni della condanna a morte di Gesù di Nazaret
- Esperto in anatomia ed ematologia, il falsario avrebbe dovuto preoccuparsi di avvolgere il corpo del malcapitato per una quarantina di ore, al fine di evitare il fenomeno dello scioglimento dei grumi di sangue, e trovare uno stratagemma per ritirare il corpo dal lenzuolo senza che il tessuto o il sangue seccato vi rimanessero attaccati. Non si riesce proprio a capire come un uomo del Medioevo, anche se fosse stato un medico geniale, avrebbe potuto combinare con perfetta maestria i diversi tipi di sangue che sono colati sul sudario: il sangue arterioso quando il suppliziato era ancora in vita e il sangue del cadavere che è fuoriuscito dal corpo dopo la morte, soprattutto dalla ferita del costato.
- Quale falsario avrebbe potuto peraltro avere la geniale intuizione della perforazione della mano nella piega di flessione del polso, contrariamente alla tradizione iconografica che, da secoli, faceva sostenere il peso del corpo crocifisso dal palmo della mano? E come avrebbe potuto aver notizia del principio di ritrazione del pollice a seguito della lesione del nervo mediano, che la medicina dell'epoca ignorava completamente?
- D'altra parte il mistificatore avrebbe dovuto procurarsi una stoffa che aveva viaggiato intorno al Mediterraneo, dalla Palestina fino all'Europa, dato che sul lenzuolo si trovano pollini e spore provenienti da regioni mediterranee, non soltanto dal Vicino Oriente, il Gossypium herbaceum, e residui di aragonite, un carbonato di calcio derivato dal travertino, pietra da costruzione tipica di alcune città del Mediterraneo, in particolare di Gerusalemme.
- Infine, perché il suddetto falsario si sarebbe azzardato a introdurre sulla sua tela vecchie iscrizioni di tipo orientale, che saranno scoperte solo alla fine del XX secolo, e che soltanto l'informatica permetterà di studiare grazie a tecniche digitali? Nel 1994 l'équipe del professore André Marion, dell'istituto ottico d'Orsay, ha formulato tutte le possibili ipotesi su queste iscrizioni che, in origine, si trovavano su un pannello di legno che serviva a tenere dritta la testa del morto, e che risalivano, verosimilmente, all'epoca di Cristo.
D'altra parte sono stati ritrovati, citati, confrontati molti esempi di errori nella datazione con il carbonio 14 - a volte grossolani come il guscio di una lumaca viva che fu giudicato risalente a 24000 anni fa. In particolare si sono esaminate le ipotesi di elementi esogeni che sconsigliano il suo utilizzo: terremoti, forte calore, inquinamento di diverso tipo, impurità dei campioni ecc. Si è anche ricordato che, dal Medioevo, milioni di ceri accesi dai pellegrini bruciavano in continuazione vicino alla reliquia! Tutto questo spaventò definitivamente la comunità scientifica: no, decisamente, il carbonio 14 non è infallibile, e non è del tutto certo che il sudario di Torino risalga al XIV secolo...
In conclusione...Il santo sudario, dice Giovanni Paolo II in un discorso in cui tutte le parole sono state misurate al millimetro, è una "provocazione all'intelligenza", ma non pone alcun "problema di fede". La Chiesa non ha "competenza scientifica per pronunciarsi su tali questioni". Essa si aspetta dagli scienziati che svolgano le loro ricerche nella massima libertà e che forniscano risposte concrete. Ma, autentico o no, il lenzuolo non è altro che un pezzo di stoffa. E non si adora un pezzo di stoffa, anche se ha avvolto il corpo di Cristo!
Se il Papa si inginocchia davanti al lenzuolo, spiega Giovanni Paolo II quel giorno, è per venerare "l'icona della sofferenza dell'innocente di tutti i tempi", che, vera o falsa, ha un rapporto così "profondo" con il racconto evangelico della passione. I cristiani contemplano il lenzuolo in quanto segno della sofferenza, specchio del Vangelo, immagine dell'amore di Dio. Nient'altro.
Se il Papa si inginocchia davanti al lenzuolo, spiega Giovanni Paolo II quel giorno, è per venerare "l'icona della sofferenza dell'innocente di tutti i tempi", che, vera o falsa, ha un rapporto così "profondo" con il racconto evangelico della passione. I cristiani contemplano il lenzuolo in quanto segno della sofferenza, specchio del Vangelo, immagine dell'amore di Dio. Nient'altro.