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Geoff Colvin, un giornalista statunitense, ha scritto un libro in cui sostiene che il talento è sopravvalutato.
Quello che conta è l'impegno
-consapevole
-intenzionale
-costante
-prolungato
per raggiungere un determinato obiettivo.
Prova alla mano, dimostra come da Mozart a Tiger Woods,passando per Picasso, tutti quelli che vengono comunemente considerati dei "geni" hanno in realtà raggiunto i loro straordinari risultati solo dopo anni ed anni di intenso impegno. Il loro talento non era innato, ma acquisito.
L'impegno unito al talento consente di giungere a risultati ottimi, a "distinguersi".
L'impegno senza il talento... non porta a risultati ottimi, al massimo decenti o "nella norma".
Il talento senza impegno può portare a buoni risultati.
Il talento è l'inclinazione naturale di una persona a far bene una certa attività. wikipedia
Ricordate la PARABOLA DEI TALENTI?
La parabola parla di un uomo che parte per un viaggio ed affida i suoi beni ai suoi servi. Ad un servo affida cinque talenti, ad un secondo due talenti e ad un terzo un talento. I primi due, sfruttando la somma ricevuta, riescono a raddoppiarne l'importo; il terzo invece va a nascondere il talento ricevuto.
Quando il padrone ritorna apprezza l'operato dei primi due servi; invece condanna il comportamento dell'ultimo. WIKIPEDIA
Secondo me, il talento conta molto. In alcune cose sono negata, in altre più predisposta. Compito dell'essere umano diligente è ampliare le sue conoscenze e fortificare le proprie sicurezze acquisite.
Il talento va senz'altro coltivato, probabilmente non in tutti i campi in egual misura, ma penso che sia difficile se non impossibile che si riesca a fare qualcosa senza un minimo di applicazione.
Ma da dove nasce il talento secondo voi? Cosa vogliono dire i termini "predisposizione naturale" e "innato"? Non molto a mio avviso. Le abilità si sviluppano quando vi è la concomitanza di alcuni fattori quali caratteristiche fisiche e mentali idonee (la genetica può giocare un ruolo importante in questo) e non ultimo l'ambiente, soprattutto nel corso dei primissimi anni di vita.
