Spoiler
Marshall azzecca tutti i tempi (come al solito!): musicali, ritmici, di montaggio...Il film non pretende affatto di essere remake dell' 8½ di Fellini, ma ne ripropone, semplificata, la trama: un uomo/regista in crisi, intorno al quale gravitano numerose belle donne/demoni, non riesce a distinguere la realtà dall'immaginazione e non riesce più a fare buoni film...dovrà passare tra tutte queste donne, affrontandole una per una, e non solo tra quelle presenti ma anche tra quelle passate per capire l'unica verità della sua vita: può raccontare solo quello che vede, quello che vive. I momenti "sognati" sono rappresentati attraverso i pezzi musicali, che prendono vita in una specie di scenografia meta-cinematografica ispirata ad un palco teatrale. Daniel Day-Lewis non si propone come il nuovo Mastroianni ma è favoloso nei suoi pezzi cantati e nelle sue espressioni da dongiovanni incallito e consumato: memorabile il brano "Guido's song", montato con vera maestria e sullo stile di "Chicago"...brave tutte le donne, in particolare la Hudson, canterina, scatenata e glitterata in "Cinema italiano", e la Cotillard, dolce, spossata, distrutta ma bellissima in "Take it all"....e Fergie non è da meno: la cantante dei Black Eyed Peas è Saraghina, la "pazza" prostituta della spiaggia, e il suo numero "Be Italian" è superbo nelle coreografie, nella musica, nei costumi...da brivido!L'Italia c'è per tutta la durata del film: ce la ricordano subito con "24.000 baci" di Celentano, proseguono con la Roma di Cinecittà, con Anzio e con Anguillara nelle ambientazioni, usano Sophia Loren a memoria del vecchio cinema nostrano, con qualche spruzzata di attori (sempre nostri) attuali....come se volessero sottolinearci il nostro glorioso passato cinematografico e farci capire che qualche speranza per il futuro ancora l'abbiamo ( ). La sceneggiatura è ottima (c'è pure lo zampino del compianto Anthony Minghella!) e funziona a meraviglia: battute sul cinema e per il cinema...quello che piaceva tanto a Fellini (il meta-cinema!)...
"Ognuno di noi chiama ‘verità’ le proprie fantasie personali. La differenza è che io so di vivere in un mondo di fantasia. Ma questo è ciò che desidero e detesto tutto ciò che possa disturbare la mia visione." (F. Fellini)