Una scossa di terremoto pari a 5,3 gradi della scala Richter è stata registrata alle 18:47 nel sud della Spagna. Purtroppo ci sono state anche delle vittime.
http://www.corriere.it/esteri/11_maggio ... 60ff.shtml
Bendandi ha sbagliato di "qualche" km. Speriamo che il sisma non corregga il tiro...
Raffaele Bendandi e il terremoto a Roma l'11 maggio 2011
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[quote="Fenice";p=52574]Sul sito http://www.tgnazionale.com potete vedere l'intervista integrale a Paolo Messina, primo Ricercatore del CNR nonché attuale Reggente dell'IGAG (Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria); parte dell'intervista è andata in onda su Sky.[/quote]
Due video, uno breve l'altro più lungo, delle interviste al Direttore F.F. dell'IGAG sono stati caricati su YouTube. La sintesi del contenuto è scritta sotto al secondo video:
La diffusione della notizia inerente un terremoto a Roma, previsto per l'11 maggio è totalmente infondata. Nel sottosuolo della capitale non sono presenti faglie attive. Le scosse che saltuariamente vengono registrate hanno origine dalla catena appenninica. Le uniche notizie relative a terremoti che interessano la capitale risalgono al 1915 a causa della faglia del Fucino ed ancora più indietro nell'epoca post romana, quando venne danneggiato il Colosseo. Altra causa di terremoti potrebbe essere accreditata a fenomeni vulcanici, in questo caso nella zona dei colli Albani. I terremoti più pericolosi rimangono comunque quelli originati dalla catena appenninica. Nella previsione di Bendandi non è specificata la data e comunque bisogna tener conto che le sue teorie si basavano sull'influenza dei pianeti e della luna sulla terra e sullo studio degli allineanti. A parte il fatto che la forza esercitata sul pianeta è decisamente irrisoria, possiamo notare che al verificarsi degli ultimi terremoti, citati da Bendandi, non si registravano gli allineamenti dei pianeti citati dallo scienziato autodidatta, quindi si è trattato di coincidenze.
Al di là del catastrofico evento annunciato per Roma, l'allarmismo continua quotidianamente attraverso web e strumenti mediatici, come il rischio di una forte eruzione del vulcano Marsili, presente sul fondo del mediterraneo ed ancora attivo.
In questo caso,- spiega Messina - è più facile prevedere con anticipo l'evento. Grazie ai monitoraggi si riesce a dare l'allarme con anticipo su eruzioni e scosse telluriche, al contrario dei terremoti comuni ancora oggi del tutto imprevedibili. Possiamo evidenziare delle zone più a rischio, dove non si dovrebbe costruire, ma non siamo ancora in grado di prevedere i terremoti.
Due video, uno breve l'altro più lungo, delle interviste al Direttore F.F. dell'IGAG sono stati caricati su YouTube. La sintesi del contenuto è scritta sotto al secondo video:
La diffusione della notizia inerente un terremoto a Roma, previsto per l'11 maggio è totalmente infondata. Nel sottosuolo della capitale non sono presenti faglie attive. Le scosse che saltuariamente vengono registrate hanno origine dalla catena appenninica. Le uniche notizie relative a terremoti che interessano la capitale risalgono al 1915 a causa della faglia del Fucino ed ancora più indietro nell'epoca post romana, quando venne danneggiato il Colosseo. Altra causa di terremoti potrebbe essere accreditata a fenomeni vulcanici, in questo caso nella zona dei colli Albani. I terremoti più pericolosi rimangono comunque quelli originati dalla catena appenninica. Nella previsione di Bendandi non è specificata la data e comunque bisogna tener conto che le sue teorie si basavano sull'influenza dei pianeti e della luna sulla terra e sullo studio degli allineanti. A parte il fatto che la forza esercitata sul pianeta è decisamente irrisoria, possiamo notare che al verificarsi degli ultimi terremoti, citati da Bendandi, non si registravano gli allineamenti dei pianeti citati dallo scienziato autodidatta, quindi si è trattato di coincidenze.
Al di là del catastrofico evento annunciato per Roma, l'allarmismo continua quotidianamente attraverso web e strumenti mediatici, come il rischio di una forte eruzione del vulcano Marsili, presente sul fondo del mediterraneo ed ancora attivo.
In questo caso,- spiega Messina - è più facile prevedere con anticipo l'evento. Grazie ai monitoraggi si riesce a dare l'allarme con anticipo su eruzioni e scosse telluriche, al contrario dei terremoti comuni ancora oggi del tutto imprevedibili. Possiamo evidenziare delle zone più a rischio, dove non si dovrebbe costruire, ma non siamo ancora in grado di prevedere i terremoti.