«Speriamo di non avervi deluso. Siamo stanchi, perdonateci. Lasciateci insieme, addio». È il biglietto di scuse, diretto ai loro cari, che hanno lasciato Nicolò Di Stefano, 24 anni, e la fidanzata Loredana Benincasa 25 anni.
Li hanno trovati, con la gola squarciata, i genitori di Nicolò: lui in gravi condizioni, lei ormai senza vita. Loredana aveva anche i polsi tagliati. Erano riversi sul letto dell'appartamento nel quale convivevano, in vicolo dell'Acqua Paola, quartiere Trionfale, un quartiere residenziale della capitale.
Una scena terribile per i genitori del giovane che abitano al piano superiore della villetta e che forse all'ora della tragedia erano in casa: i due fidanzati erano in un lago di sangue. Superato lo shock Roberto, il padre di Nicolò, ha dato subito l'allarme e chiamato i soccorsi, ma, per la giovane ormai non c'era più niente da fare.
Il figlio invece ancora respirava: è stato subito trasportato al vicino Policlinico Gemelli e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Ora è in rianimazione. Su lui pende un'accusa gravissima: è accusato di omicidio, un'ipotesi di reato che spiegherebbe la tragedia come un omicidio, ovvero un «suicidio assistito», e un tentato suicidio. Secondo la ricostruzione di inquirenti e degli investigatori della squadra mobile romana Nicolò avrebbe aiutato la compagna ad uccidersi (un suicidio così cruento, è stato fatto notare, è anche difficile da attuare da soli) e poi avrebbe tentato di togliersi la vita. Trovate anche le armi del duplice, disperato gesto: vicino al letto, sul quale erano riversi i corpi, c'erano due rasoi da barbiere e un coltello a serramanico ancora sporchi di sangue. Il biglietto, anche questo accanto al letto, portava la firma dei due e, da un primo esame, sarebbe stato scritto da entrambi.
Delineati i contorni della tragedia, non è chiaro però il perchè: gli investigatori parlano di «un dramma familiare» senza però fornire altri dettagli. Ora tocca capire perchè Nicolò e Loredana, insieme da due anni, senza problemi economici, con un lavoro, si sono decisi ad un gesto così eclatante e drammatico. La madre del ragazzo è arrivata alla villetta in lacrime e sconvolta, la sorella di Loredana urlando «cosa è successo?», poi si è accasciata a terra per un malore. Anche i vicini non possono credere alla triste fine di Loredana e a Nicolò, accusato di omicidio e in gravi condizioni: «erano una coppia tranquilla e affiata, vivevano insieme da due anni, sembravano felici», ripetono a tutti.
[Fonte: Il Tempo - 23 giugno 2008]
Fidanzati trovati in casa con la gola tagliata
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Roma, colpo di scena nelle indagini sui due fidanzati trovati accoltellati in casa.
Al ragazzo notificata un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio.
Il giovane è in rianimazione all'ospedale Gemelli. Sta lentamente migliorando.
Svolta nelle indagini sul giallo dei due fidanzati trovati in un lago di sangue in una casa nel quartiere Trionfale a Roma: ora gli inquirenti indagano per omicidio volontario. Gli esiti dell'autopsia sul corpo di Loredana Benincasa, farebbero tramontare l'ipotesi del suicidio assistito.
Gli esami effettuati ieri al policlinico Gemelli di Roma sul corpo della ragazza, trovata sul letto della sua casa con la gola squarciata e le ferite di trenta coltellate, hanno infatti rivelato che Loredana si è difesa. Si aggrava così la posizione del suo fidanzato, Niccolò Di Stefano, di 24 anni, trovato in fin di vita sullo stesso letto dove giaceva Loredana.
Gli agenti della squadra mobile della questura di Roma hanno notificato al giovane un'ordinanza di custodia cautelare, con l'accusa di omicidio volontario con l'aggravante di sevizie e crudeltà. Nicolò è attualmente ricoverato in rianimazione all'ospedale Gemelli di Roma: le sue condizioni stanno lentamente migliorando.
Il ragazzo era stato trovato domenica con un profondo taglio alla gola riverso sul letto accanto al cadavere della compagna, 25 anni.
Nicolò, portato al policlinico Gemelli, è stato sottoposto a interventi chirurgici per risanare le ferite che si era inferto. Accanto al letto gli investigatori hanno trovato due bisturi e un coltello a serramanico. Poco distante, sul comodino, un biglietto, firmato da entrambi i giovani, in cui si legge: "Speriamo di non avervi deluso, siamo stanchi, perdonateci. Addio, lasciateci insieme".
[Fonte: LaRepubblica – 24 giugno 2008]
Al ragazzo notificata un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio.
Il giovane è in rianimazione all'ospedale Gemelli. Sta lentamente migliorando.
Svolta nelle indagini sul giallo dei due fidanzati trovati in un lago di sangue in una casa nel quartiere Trionfale a Roma: ora gli inquirenti indagano per omicidio volontario. Gli esiti dell'autopsia sul corpo di Loredana Benincasa, farebbero tramontare l'ipotesi del suicidio assistito.
Gli esami effettuati ieri al policlinico Gemelli di Roma sul corpo della ragazza, trovata sul letto della sua casa con la gola squarciata e le ferite di trenta coltellate, hanno infatti rivelato che Loredana si è difesa. Si aggrava così la posizione del suo fidanzato, Niccolò Di Stefano, di 24 anni, trovato in fin di vita sullo stesso letto dove giaceva Loredana.
Gli agenti della squadra mobile della questura di Roma hanno notificato al giovane un'ordinanza di custodia cautelare, con l'accusa di omicidio volontario con l'aggravante di sevizie e crudeltà. Nicolò è attualmente ricoverato in rianimazione all'ospedale Gemelli di Roma: le sue condizioni stanno lentamente migliorando.
Il ragazzo era stato trovato domenica con un profondo taglio alla gola riverso sul letto accanto al cadavere della compagna, 25 anni.
Nicolò, portato al policlinico Gemelli, è stato sottoposto a interventi chirurgici per risanare le ferite che si era inferto. Accanto al letto gli investigatori hanno trovato due bisturi e un coltello a serramanico. Poco distante, sul comodino, un biglietto, firmato da entrambi i giovani, in cui si legge: "Speriamo di non avervi deluso, siamo stanchi, perdonateci. Addio, lasciateci insieme".
[Fonte: LaRepubblica – 24 giugno 2008]
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Alcune settimane fa Armando Taranto ha firmato la perizia psichiatrica su Nicolò Di Stefano: si tratta del medico del Gemelli a capo della centrale per le "scarcerazioni facili". Il medico e un´assistente sociale del Gemelli, Paola Di Masci, sono stati arrestati per aver dato vita ad un vero e proprio business di certificati falsi per uscire dal carcere di Rebibbia a Roma.
Intanto sono stati celebrati i funerali della ragazza nella Chiesa Immacolata di San Severo.
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