Internet diritto costituzionale

La Rete deve essere di tutti?

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Rob
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Articolo 21-bis della Costituzione
Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale.



E' il pensiero di Stefano Rodotà, che il costituzionalista ha ribadito nel corso della prima giornata dell'Internet Governance Forum 2010 lo scorso 29 novembre 2010. L'ex presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali considera internet un diritto di tutti i cittadini, a tal punto da voler estendere l'articolo 21 della Costituzione sulla libertà d'espressione.

Chi è d'accordo può aderire alla campagna di raccolta firme in favore della modifica sottoscrivendo la petizione a questo indirizzo: http://internetcostituzione.it/

Voi che ne pensate? Internet è un diritto di tutti? Senza internet si vive male?
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marika
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Senza internet? Si vive benissimo lo stesso. Il fatto per me è un altro: non ci si muove abbastanza in un suo potenziamento, perché potrebbe essere "pericoloso" per la televisione. In ogni caso, son d'accordo con Rodotà, da me stimato e rispettato come costituzionalista e non solo.
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Internet non solo offre una quantità di servizi tale da semplificarci enormemente la vita, ma sempre più spesso rappresenta l'unica alternativa possibile, dal momento che molte aziende ed enti offrono i propri servizi solamente online. D'altra parte, in una società che ha sempre più fretta, risparmiare tempo è fondamentale. Quindi io penso che tutti debbano avere la possibilità di accedere alla rete.
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Fenice
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Rob ha scritto:Internet è un diritto di tutti?
Il corriere.it estende il significato della parola diritto indicando con questo termine "Ciò che l'individuo pensa che gli spetti o crede di potere rivendicare in base a esigenze naturali o alla cultura e alle consuetudini della comunità in cui vive". In tal senso Internet è un diritto di tutti.
Rob ha scritto:Senza internet si vive male?
Internet non è una priorità in molti Paesi, Italia inclusa, dove i bisogni prioritari della gente sono ben altri: non sto qui a fare l'elenco dei diritti violati dei cittadini italiani altrimenti andremo OT. Voglio solo far capire che penso che siano tante altre le cose che fanno vivere male sempre più italiani, le più importanti delle quali sono evidenti dalla distruttiva manifestazione del 14 dicembre 2010 a Roma; chi non ha un lavoro, chi ha visto la sua vita sconvolta dal terremoto dell'aprile 2009 in Abruzzo, chi è sommerso dai rifiuti,... non vive male perché non può usare Internet, di sicuro questo è l'ultimo dei suoi pensieri.
Un pensiero più generale sull'ultilizzo di internet l'ho espresso nel topic Discomgoogolation, ovvero sindrome da astinenza da Internet: tra posta elettronica e Forum RobboR mi collego ad Internet ogni giorno, in alcuni casi più volte al giorno per poco tempo, in altri (come oggi) lascio il PC acceso con la connessione attiva anche se non sto davanti al monitor.
Senza Internet vivrei male sia perché non potrei sbrigare molte cose utili e importanti, sia perché non potrei stare in contatto con persone lontane a me care. Nella "comunità in cui vivo" non si può fare a meno di Internet, quindi è un mio diritto accedere alla Rete Internet.
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marika
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La domanda è: perché perder tempo con leggi costituzionali (dati i tempi) nel momento in cui a livello ordinario la praticità si fa più tangibile? Non sarebbe poi così difficile potenziare la banda larga, come fanno tutti i paesi del Nord Europa e tutte le civiltà, degne di chiamarsi così.
Dirò di più, aggiungerei tale comma non all'art. 21 bensì tra i principi fondamentali, ad esempio il 9.