Accordi Microsoft - Yahoo - Google

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Bill Gates se ne va e fra le tante eredità che lascia a Steve Ballmer c'è anche una spina che, nonostante le smentite, sembra rodere alquanto nel fianco del gigante del software: l'accordo (tutt'ora avvolto da molte ombre) con Yahoo!. Nel giorno dal suo commiato, il fondatore di Microsoft ha dispensato un'ultima postilla sulla saga iniziata all'inizio di febbraio: "improbabile", ha detto Gates in un'interista alla Cnbc rispondendo a una domanda sull'ipotesi deal con la società californiana. Cosa si può leggere nella dichiarazione (perentoria ma al contempo non definitiva) di Gates? Probabilmente l'essenza di tutta quanta la vicenda. Microsoft voleva (vuole) Yahoo! perché per fare il salto in avanti nei servizi Web gli asset della casa di Sunnyvale sono fondamentali ma alle sue condizioni. Che non sono quelle del Ceo di Yahoo! Jerry Yang, strenuamente arroccato sulla volontà (sua e di pochi altri fedelissimi rimasti in sella dopo la diaspora di executive) di preservare l'indipendenza della compagnia e di portarla a nuovi splendori. Un ping pong infinito, che ancora non ha trovato epilogo e che ha visto a più riprese intervenire come protagonisti aggiunti gli azionisti (e il super finanziere Carl Icahn in particolare) e Google (che con Yahoo! ha formalizzato un accordo sulla pubblicità on line sui cui pende il giudizio dell'Antitrust).
Ora Gates se ne va e lascia al fido Ballmer le redini di una Microsoft che, sul fronte dei servizi di search e di advertising on line, è praticamente ferma al punto di partenza. O meglio. Le trattative più volte interrotte e più volte riprese hanno cambiato le carte in tavola fra le due società e oggi, quella che i bene informati danno per più probabile, è un accordo parziale così confezionato: acquisizione delle attività di ricerca e del 33% del capitale con un prezzo compreso fra i 30 e i 32 dollari per azione. Rispetto all'ultima offerta inviata formalmente a Yahoo!, che prevedeva 35 dollari per azione per il 16% della società, Microsoft si impegnerebbe per una fetta più corposa ma pagando meno il titolo agli azionisti, scendendo anche sotto i 33 dollari per azione su cui si era arenato settimane addietro l'ultimo tentativo di scalare per intero la rivale. Parliamo però di ipotesi, di indiscrezioni non confermate ufficialmente dalle parti in causa, da nessuna missiva elettronica inviata ai dipendenti o ai board di una o dell'altra compagnia. Microsoft e Yahoo! vestono al momento i panni di due giovani che si piacciono (tanto) e non sanno come venir fuori da una situazione di stallo che li vede un giorno prossimi all'annuncio del matrimonio, l'altro alla definitiva rottura e l'altro ancora convinti di poter rimanere solo amici.
Le posizioni assunte in questi ultimi giorni dai vertici delle due compagnie non hanno regalato particolari novità a quanto (del possibile accordo) già si sapeva. Ma se a Redmond Steve Ballmer ostenta come sempre sicurezza convinto di portarsi a casa l'obiettivo (le attività di search) alle migliori condizioni possibili per Microsoft, nel quartier generale di Sunnyvale le acque continuano a restare parecchio agitate. Jerry Yang ha scritto mercoledi l'ennesima e-mail agli azionisti difendendo l'accordo appena stipulato con Google e al contempo è assai probabile che stia attentamente valutando come poter sancire l'accordo con Redmond. Cercando in sostanza di tenere il piede in due scarpe (l'alleanza con Google non escluderebbe quella con Microsoft e viceversa) e accontentare così facendo quegli azionisti a lui ostili per aver rinunciato a chiudere la trattativa intascando i 33 dollari per azione messi sul piatto da Ballmer. Il Ceo di Yahoo! è altresì impegnato a tenere sotto controllo le mosse di Icahn in vista dell'assemblea di inizio agosto per il rinnovo delle cariche del consiglio di amministrazione ed è soprattutto concentrato, dicono fonti vicine alla società, a tessere le fila di quella che si può a pieno titolo una riorganizzazione aziendale ispirata da un'evidente centralizzazione delle responsabilità. La "nuova" Yahoo! sta cercando di darsi sostanza a vari livelli – manageriale, tecnologico e operativo – e in cima alla piramide, per il momento, rimangono Yang (Ceo) e Susan Decker (Presidente). La prima scommessa da vincere è di cambiare pelle in tempi brevi, valorizzando tutti gli asset legati al Web (utenti, servizi, tecnologie) e aprire l'orizzonte del business in direzione delle soluzioni dati di nuova generazione (tool di analisi e cloud computing). Rispetto allo scenario che tutti – analisti, media e addetti ai lavori – prospettavano i giorni immediatamente successivi l'annuncio dell'Opa, e cioè "è solo questione di tempo, Microsoft comprerà Yahoo!", l'unica certezza è che il mega merge da 45 miliardi di dollari non si farà. Quando e come (e se) si farà l'accordo parziale centrato sul business dei servizi e delle tecnologie di search è ancora tutto da capire. E questa volta l'architetto Bill non sarà in prima linea a commentarlo.
[Fonte: IlSole24ore - 28 giugno 2008]
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Una nuova proposta avanzata congiuntamente da Microsoft e Icahn ha trovato un nuovo rifiuto da parte del board di Yahoo.
C’è l’ennesimo rifiuto nell’ennesima puntata dell’infinita saga che da mesi vede protagoniste Microsoft e Yahoo.
Nella serata di venerdì, Microsoft aveva presentato infatti una nuova offerta di acquisto, sviluppata questa volta in collaborazione con Charles Icahn, agguerrito azionista di Yahoo da tempo forte sostenitore della proposta Microsoft.

La nuova proposta prevedeva l’acquisto da parte di Microsoft del business di Yahoo nell’area della ricerca, e un radicale cambio manageriale, a favore della fazione-Icahn, che avrebbe in tal modo acquisito il controllo della gestione del restante business di Yahoo.
Tempi strettissimi per un sì o per un no: ventiquattro ore.
E il rifiuto non si è fatto attendere.
Da parte di Yahoo il “no” è stato netto e circostanziato.
In primo luogo l’accordo in essere con Google risulta al momento più interessente e promettente e meno complesso dello scenario prefigurato da Microsoft e Icahn.
Per altro, la proposta di Microsoft e Icahn di fatto precluderebbe una possibile vendita in toto degli asset di Yahoo, senza possibilità di mantenere quote di controllo.
Per altro, nonostante il desiderio di Charles Icahn di sostituirsi all’attuale board manageriale, questi non ha alcuna esperienza o competenza nella gestione del business di Yahoo.
[Fonte: IlSole24Ore - 14 luglio 2008]
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Yahoo e Google hanno raggiunto nei mesi scorsi un accordo per una partnership non esclusiva nel settore della pubblicita' on line. In base all'accordo, della durata di quattro anni e rinnovabile per altri dieci, Yahoo! potra' veicolare la pubblicita' fornita da Google in alcuni dei propri risultati di ricerca.
L'accordo pubblicitario naturalmente è stato osteggiato da Microsoft in quanto Google, che già detiene una posizione dominante con il 70% del mercato, arriverà a controllarne il 90% grazie alla partnership con Yahoo.
Secondo quanto le due società hanno svelato agli inizi di agosto i due servizi di instant messaging, Yahoo Messenger e Google Talk, potranno dialogare insieme.
[Fonte: Rainews24 - 29 agosto 2008]

Intanto...
Microsoft ha annunciato oggi il suo primo importante accordo da quando è fallito l'acquisto di Yahoo, comprerà la società di sondaggi su web Greenfield Online per circa 486 milioni di dollari.
L'accordo dà a Microsoft accesso a Ciao.com di Greenfield, portale per il confronto di prezzi e analisi dei consumatori popolare in Europa.
Microsoft ha detto che liquiderà la principale divisione di Greenfield Online, che vende opinioni dei consumatori in forma di risposte a sondaggi a società di ricerche di mercato e utenti finali.
Microsoft non ha detto chi sarà il compratore.
Microsoft e Greenfield si aspettano che entrambi gli accordi vengano chiusi durante il quarto trimestre del 2008.
[Fonte: Reuters - 29 agosto 2008]
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I pubblicitari contro l'accordo fra Yahoo! e Google. L'accusa è che si crei un sostanziale monopolio del mercato della raccolta pubblicitaria sul web con un incremdento dei prezzi. I due colossi del web, infatti, controllano insieme il 90% del mercato on-line e questo "crea preoccupazione perche' si potrebbe andare incontro a un rischio di diminuzione della concorrenza e di crescente concentrazione del potere di mercato, con un possibile aumento dei prezzi". In una lettera inviata al dipartimento di giustizia americano, l'Associazione dei pubblicitari nazionali (Ana) critica la partnership fra i due maggiori motori di ricerca al mondo.
Google e Yahoo! hanno annunciato una partnership in maggio e, anche se non necessario, hanno deciso di sottoporre l'accordo all'autorita' antitrust, facendo slittare l'entrata in vigore dell'intesa di 100 giorni. Yahoo! respinge le critiche dell'associazione, sottolineando come i prezzi sono determinati dalla domanda. Fanno parte, fra gli altri, del board dell'associazione rappresentanti di General Motors, Wal-Mart e Anheuser-Busch.
[Fonte: rainews24 - 08 settembre 2008]
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Sono contrario a questi accordi ammazza-concorrenza tra colossi, mi auguro in particolare che la Microsoft se ne stia sempre alla larga da Google! :shock6:

Già ci provò nel 2003 a raggiungere un accordo di fusione, fortunatamente rifiutato, col già popolarissimo motore di ricerca.
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