Per chi fosse interessato, molte informazioni si possono ottenere consultando il sito dedicato ai sampietrini romani (sì, c'è anche un bel sito! ): io mi limito (per ora) a riportare alcune curiosità per i blasfemi che li chiamano “cubetti”.
Iniziamo con alcune precisazioni:
- I sampietrini, delle giuste dimensioni (12×12cm. di testa, 18cm di altezza, 7×7cm di coda), se montati “a regola d’arte”, con una corretta dimensione dei giunti e con una sigillatura per così dire “elastica”, in modo da permettere piccoli spostamenti prodotti dalle sollecitazioni indotte dai pneumatici, risultano avere una eguale, se non maggiore, capacità di resistenza al traffico rispetto all’asfalto.
- L’allettamento in arena, e non su di un massetto in cls armato con rete elettrosaldata come è oggi, consente piccoli spostamenti dei sampietrini durante il passaggio dei veicoli, permettendone la riassunzione della posizione di equilibrio originaria, ed attutendo la distribuzione delle tensioni agli elementi adiacenti, eliminando, in questo modo, il problema delle vibrazioni, come avviene per esempio in Via Petroselli in cui gli edifici non subiscono alcun tipo di sollecitazione.
- Per ciò che riguarda la presenza di buche ed avvallamenti sui selciati, i risultati di una ricerca dell’Università di L’Aquila, hanno dimostrato la stretta correlazione tra degrado delle pavimentazioni storiche (in termini di avvallamenti e cedimenti) con il numero dei sottoservizi impiantistici presenti, poiché l’elevata presenza di sottoservizi favorisce il dissesto delle pavimentazioni a causa dei lavori legati all’apertura della trincea ed alle successive operazioni di ripristino della pavimentazione, e che questo problema accomuna sia le pavimentazioni in sampietrino sia in asfalto. L’unico fenomeno prodotto, al lungo andare, dall’attrito radente provocato dai veicoli sul selciato, consiste nell’arrotondamento della testa dei selci e non in un loro dissesto. Consideriamo pure che in Via Nazionale è dal 1994 che non viene effettuata alcun tipo di manutenzione!
- Il sampietrino è sicuramente un elemento costruttivo molto più ecologico rispetto all’asfalto bituminoso, poiché permette di “lasciar respirare il terreno” grazie agli spazi tra un blocco e l’altro e, sottoposto a calore intenso, non rilascia pericolosi fumi nocivi per la salute, in quanto costituito esclusivamente da pietra naturale (leucitite melilitica) derivante direttamente dalle cave.
Il sampietrino, come ribadito da molti esponenti del mondo culturale, rappresenta per quanto detto finora la “faccia orizzontale” della città e, parimenti alle facciate degli edifici storici, va tutelato come un bene storico ed architettonico, come già previsto dalle disposizioni della legge n. 1089 del 1939 che prevedevano, fra l’altro, la conservazione nei centri storici delle pavimentazioni originarie, ai sensi del D.L.vo n. 42 del 22 gennaio 2004 (Codice dei Beni culturali e del paesaggio).
Ultimamente vengono utilizzati, per le pavimentazioni pedonali, dei selci non provenienti dalle cave dei Colli Albani, addirittura importati da paesi asiatici, costituiti da materiale lapideo qualitativamente scadente e che ciò spesso comporta una immediata frantumazione degli elementi appena sollecitati anche solo dal passaggio pedonale.
Anni ed anni fa, prima di “conoscere” Roma, andavo spesso in giro per la città con i tacchi alti (che adoro ): per motivi personali ho frequentato molto Piazza santa Maria in Trastevere e vi assicuro che dopo un po’ ho imparato ad indossare scarpe con i tacchi bassi.
Riporto un video molto divertente… soprattutto per gli uomini.