Alle 3:36 di mercoledì scorso mi sono svegliata sentendo la porta della mia stanza tremare e il letto ballare: ho subito afferrato il cellulare e illuminato il lampadario, che oscillava ampiamente. Intanto ho sentito mio padre che mi chiamava e visto le luci di tutte le abitazioni vicine accendersi. Sono stati una ventina di secondi di osservazione della situazione per capire l'entità della scossa e se fosse il caso di uscire da casa (sto al piano terra, quindi niente scale). Finita la scossa, ho deciso di tornare a letto e di capire dove fosse l'epicentro: il mio pensiero, ovviamente, è andato a L'Aquila. Ho comunicato via WhatsApp con vari parenti, amici e conoscenti e capito che la scossa era stata avvertita bene dall'Emilia-Romagna alla Campania. Il mio timore che l'epicentro fosse nell'aquilano è cresciuto fino a quando sul sito dell’INGV (http://cnt.rm.ingv.it/) ho letto che l'epicentro era in provincia di Rieti in particolare nella zona tra Norcia e Amatrice. La cosa non mi ha consolato: ho vissuto in provincia di Rieti per i miei primi 4 anni di vita, poi mi sono trasferita nella Provincia di Roma a pochi km dalla provincia di Rieti; ho studiato al liceo in provincia di Rieti e ogni giorno per andare al lavoro passo nella provincia di Rieti. Quindi conosco bene la zona e come sono le case nei vecchi centri storici dei paesi della provincia. Sono rimasta nel letto sveglia per un'oretta senza prendere sonno in parte perché la gente stava in strada a chiacchierare presa dal panico in parte perché continuavo ad avvertire le scosse più forti: una 20 minuti dopo la prima, poi un'altra dopo un'oretta dalla prima,... Mio padre non è andato a letto dopo la prima scossa: si è fatto il caffè alle 4:00 della notte, alle 4:30 ha fatto colazione, poi è uscito.

Dalle 3:36 dell'altro ieri a oggi ho avvertito "soltanto" una decina di scosse, ovvero quelle con magnitudo da 4.0 in su: una alle 13:50 del 24 agosto stesso, mentre stavamo pranzando e sentendo il TG incentrato sul terremoto; la sedia ha iniziato a tremare e il lampadario sulla mia testa ad oscillare. Poi una ieri notte alle 5:17, dopo la quale mi sono subito riaddormentata mentre mio padre si alzava e usciva di nuovo. Stamattina la sveglia del terremoto è arrivata alle 6:28.
Tutto ciò a circa 100 km da Amatrice: non immagino come stiano i circa 2100 sopravvissuti che non solo hanno perso i propri cari e/o i propri beni, ma che dalla prima scossa hanno avvertito circa 1000 scosse (finora). Per ora siamo a 268 morti e 387 i feriti, ma si scava ancora tra le macerie.

Alcuni miei colleghi che si occupano di microzonazione sismica stanno andando dei luoghi più colpiti già dal 24 agosto, ovviamente coordinati dalla Protezione Civile. Io ho comunicato la mia disponibilità ad andare ad aiutare anche se non mi occupo di terremoti: mi hanno aggiunto alla lista delle persone "operative", in caso di necessità. A parte inviare SMS solidali al 45500, altro non posso fare: già dono il sangue 2 volte all'anno e prima di ottobre non potrò rifarlo. Di generi di prima necessità al momento non c'è più bisogno ed è meglio non mettersi in viaggio verso Rieti e le zone terremotate per non intralciare i soccorsi.
Spero che la solidarietà e gli aiuti istituzionali per i terremotati continuino anche dopo questa fase iniziale.