Tiepida accoglienza per il primo titolo di casa nostra in gara al Festival, Un giorno perfetto del regista italo-turco Ferzan Ozpetek. Il film non sembra infatti aver molte speranze di aspirare ad un premio, come del resto nessuna delle proposte presentate fino ad oggi.
Un giorno perfetto
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 105'
Regia: Ferzan Ozpetek
Cast: Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea, Valerio Binasco, Nicole Grimaudo, Federico Costantini, Monica Guerritore, Angela Finocchiaro, Stefania Sandrelli, Christian Serritiello, Fausto Maria Sciarappa
Data di uscita al cinema: 5 settembre 2008
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Trama: E’ la storia della giornata di un gruppo di personaggi seguiti da vicino: Camilla festeggia il suo compleanno, suo fratello Aris viene promosso a un esame universitario senza meritarlo, Emma perde il lavoro presso un call-center, sua figlia Valentina gioca una partita di pallavolo, l’Onorevole Elio Fioravanti è in giro per comizi elettorali, la sua bella moglie Maja scopre di essere incinta, il piccolo Kevin viene invitato in un palazzo lussuoso, la professoressa Mara ha un appuntamento col suo amante, e Antonio vede la moglie per l’ultima volta. Mondi diversi e lontani, destinati a incontrarsi come in un giallo inesorabile. [comingsoon.it]
Mostra del Cinema di Venezia 2008
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Anche secondo film italiano in corsa per il Leone d'Oro, [b]Il papà di Giovanna[/b] di Pupi Avati, ha ricevuto pochi applausi e qualche dissenso.
Il papà del titolo è Michele Casali (Orlando) e a lui spetterà affrontare la più difficile delle situazioni: la figlia adolescente e bruttina Giovanna (Rohrwacher) ha ucciso per gelosia la sua migliore amica. La ragazza viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Reggio Emilia dove rimarrà fino al '45 e il padre non mancherà di darle tutta la sua assistenza. Tra padre e figlia c'è un legame particolare, morboso, dal quale viene esclusa la mamma Delia (Neri), la quale dopo la tragedia decide di non rivedere più Giovanna.
Il regista ha detto: "La vita mi ha risparmiato questo evento, ma sono papà per tre volte e anche di una figlia e so esattamente cosa ha provato il personaggio di Silvio Orlando in cui c'è molto di me". Poi ammette: "Si è vero non posso nascondere che mi sia in parte ispirato a fatti di cronaca come quelli di Garlasco, Novi Ligure, Perugia chiedendomi: cosa succede in quelle famiglie quando i riflettori delle tv si spengono e le porte delle loro case si chiudono? E così in questo film ho cercato di ipotizzare".
Francesca Neri ammette:"E' vero. Mi è toccato interpretare una madre terribile, un ruolo duro che mi ha fatto soffrire, ma comunque una donna che, alla fine, non giustifico, ma mi suscita una profonda tenerezza".
Nel film anche Ezio Greggio nel suo primo ruolo drammatico, quello di un agente di polizia amico e vicino di casa della famiglia di Silvio Orlando e che ha in moglie una Serena Grandi costretta a vivere su una sedia a rotelle. Dice: "Certo mi sono dovuto togliere i miei soliti abiti e mettermi in punta di piedi ad ascoltare quel maestro d'orchestra che è Pupi Avati, ma sono felice".
Silvio Orlando è contento di aver fatto parte di "un film in cui è assente quella volgarità che purtroppo piace tanto oggi".
Il papà del titolo è Michele Casali (Orlando) e a lui spetterà affrontare la più difficile delle situazioni: la figlia adolescente e bruttina Giovanna (Rohrwacher) ha ucciso per gelosia la sua migliore amica. La ragazza viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Reggio Emilia dove rimarrà fino al '45 e il padre non mancherà di darle tutta la sua assistenza. Tra padre e figlia c'è un legame particolare, morboso, dal quale viene esclusa la mamma Delia (Neri), la quale dopo la tragedia decide di non rivedere più Giovanna.
Il regista ha detto: "La vita mi ha risparmiato questo evento, ma sono papà per tre volte e anche di una figlia e so esattamente cosa ha provato il personaggio di Silvio Orlando in cui c'è molto di me". Poi ammette: "Si è vero non posso nascondere che mi sia in parte ispirato a fatti di cronaca come quelli di Garlasco, Novi Ligure, Perugia chiedendomi: cosa succede in quelle famiglie quando i riflettori delle tv si spengono e le porte delle loro case si chiudono? E così in questo film ho cercato di ipotizzare".
Francesca Neri ammette:"E' vero. Mi è toccato interpretare una madre terribile, un ruolo duro che mi ha fatto soffrire, ma comunque una donna che, alla fine, non giustifico, ma mi suscita una profonda tenerezza".
Nel film anche Ezio Greggio nel suo primo ruolo drammatico, quello di un agente di polizia amico e vicino di casa della famiglia di Silvio Orlando e che ha in moglie una Serena Grandi costretta a vivere su una sedia a rotelle. Dice: "Certo mi sono dovuto togliere i miei soliti abiti e mettermi in punta di piedi ad ascoltare quel maestro d'orchestra che è Pupi Avati, ma sono felice".
Silvio Orlando è contento di aver fatto parte di "un film in cui è assente quella volgarità che purtroppo piace tanto oggi".
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Il film di Marco Bechis ''[b]Birdwatching - La terra degli uomini rossi[/b]'' entusiasma la stampa.
Terzo italiano in gara dopo Ozpetek e Avati, il regista di origine argentina, gia' autore dei premiati ''Garage Olimpo'' e ''Hijos-Figli'', conferma il suo talento tecnico e soprattutto la sua capacita' di indagare dietro i grandi drammi storici del Sudamerica, questa volta la lotta per la sopravvivenza degli indios Guarani-Kaiowa' del Mato Grosso, minacciata dalla deforestazione e dallo sfruttamento schiavista dei latifondisti fazenderos.
''Loro sono i sopravvissuti dei grandi eventi della storia'' dichiara Bechis ''e non e' vero che non siano piu' indigeni: anche se vestono all'occidentale, senza le frecce e piume che nel film indossano a beneficio dei turisti, la loro cultura e' rimasta intatta e per questo vogliono tornare nei loro luoghi d'origine, anche se non c'e' piu' un albero''.
Il film narra la rivolta silenziosa di un gruppo di indios che decide di lasciare la riserva per riappropriarsi dei territori dei loro padri: ''Birdwatching - La terra degli uomini rossi'' e' una storia vera accaduta 4 anni fa e recitata dai suoi stessi protagonisti: ''e' stato necessario costruire il film perche' non volevo fare un documentario, ma i fatti c'erano gia'. I protagonisti hanno partecipato a questi avvenimenti, ma non interpretano se stessi, bensi' dei personaggi''. (continua)
Terzo italiano in gara dopo Ozpetek e Avati, il regista di origine argentina, gia' autore dei premiati ''Garage Olimpo'' e ''Hijos-Figli'', conferma il suo talento tecnico e soprattutto la sua capacita' di indagare dietro i grandi drammi storici del Sudamerica, questa volta la lotta per la sopravvivenza degli indios Guarani-Kaiowa' del Mato Grosso, minacciata dalla deforestazione e dallo sfruttamento schiavista dei latifondisti fazenderos.
''Loro sono i sopravvissuti dei grandi eventi della storia'' dichiara Bechis ''e non e' vero che non siano piu' indigeni: anche se vestono all'occidentale, senza le frecce e piume che nel film indossano a beneficio dei turisti, la loro cultura e' rimasta intatta e per questo vogliono tornare nei loro luoghi d'origine, anche se non c'e' piu' un albero''.
Il film narra la rivolta silenziosa di un gruppo di indios che decide di lasciare la riserva per riappropriarsi dei territori dei loro padri: ''Birdwatching - La terra degli uomini rossi'' e' una storia vera accaduta 4 anni fa e recitata dai suoi stessi protagonisti: ''e' stato necessario costruire il film perche' non volevo fare un documentario, ma i fatti c'erano gia'. I protagonisti hanno partecipato a questi avvenimenti, ma non interpretano se stessi, bensi' dei personaggi''. (continua)
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Oggi è stata la volta di [b]Nuit de chien[/b] del regista tedesco Werner Schroeter, tratto dall'omonimo romanzo di Juan Carlos Onetti. La proiezione, che parla della lotta per la sopravvivenza di una popolazione devastata dalla guerra civile, è stata accolta con freddezza. In tanti hanno lasciato la sala prima della fine, la pellicola ha convinto però alcuni dei critici presenti. [adnkronos.it]
Oggi è stata la volta di [b]Nuit de chien[/b] del regista tedesco Werner Schroeter, tratto dall'omonimo romanzo di Juan Carlos Onetti. La proiezione, che parla della lotta per la sopravvivenza di una popolazione devastata dalla guerra civile, è stata accolta con freddezza. In tanti hanno lasciato la sala prima della fine, la pellicola ha convinto però alcuni dei critici presenti. [adnkronos.it]
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Oggi è stato presentato [b]Rachel getting married[/b] di Jonathan Demme in cui Anne Hathaway interpreta il suo primo ruolo drammatico: è infatti un'ex modella che ha trascorso gli ultimi dieci anni in un centro di disintossicazione e che fa ritorno a casa per il matrimonio multietinico della sorella Rachel. L'attrice afferma: "Non ho mai pensato a questo personaggio come torturato e pieno di difficoltà ma come a una ragazza che cerca dei vivere onestamente il proprio dolore".
Il regista spiega: "Ho voluto che il direttore della fotografia lo filmasse come se fosse uno dei partecipanti al matrimonio, così che lo spettatore si sentisse particolarmente coinvolto".
Questo è il trailer in inglese: per farvi rendere conto del cambiamento della Hathaway rispetto al ruolo nel film che l'ha resa celebre, Il diavolo veste Prada.
Il regista spiega: "Ho voluto che il direttore della fotografia lo filmasse come se fosse uno dei partecipanti al matrimonio, così che lo spettatore si sentisse particolarmente coinvolto".
Questo è il trailer in inglese: per farvi rendere conto del cambiamento della Hathaway rispetto al ruolo nel film che l'ha resa celebre, Il diavolo veste Prada.