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Non hai una fonte meno "convenzionale", Brignano a parte?
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ripassiamo un po'...
Beh si...Riassumere è impegnativoFenice ha scritto:Sei ancora qui con il ripasso?
Fenice ha scritto:Non hai una fonte meno "convenzionale"
Se non piacciono le favole, ci sono i fumetti: [b]Roma antica a fumetti[/b] con il gatto Cicerone che fa da guida è troppo divertente.Valerio se ne camminava per le vie di Roma senza osservare con meraviglia la stupenda Urbe. Se ne stava serio con il suo walkman, immerso ad ascoltare assordante musica, era bambino triste, incapace di fare voli con la fantasia, d’immaginare e giocare con la mente scoprendone i fantastici aspetti che rendono la fanciullezza età di scoperte e gioia continua.
“Che noia! Che vita monotona!” si dava pena procedendo mettendo una scarpona, di quelle che andavano tanto di moda allora, davanti all’altra.
Si trovò innanzi al monumento della Lupa Capitolina, simbolo di Roma, coi due gemelli a suggere il materno latte.
Valerio non era capace di giocare con la mente, gli mancavano quelle ali che ci fanno vedere il mondo sotto l’aspetto e l’ottica del trastullo e della vivacità.
La Lupa però era pur sempre l’emblema più bello della dedizione a tutti i figli di Roma e ugualmente volse gli occhi verso di lui.
Dalla figura scultorea in bronzo, le due pupille color dell’oro si volsero a guardarlo ma lui fece finta di niente. La meravigliosa fiera, nell’atto di ululare per salutarlo sorrise, in maniera pacata, per non mostrare i denti ed evitare d’incutere timore.
Valerio spalancò gli occhi e tremò. La Lupa aveva preso vita.
“Perché Valerio non impari a comprendere Roma, a gustarla, viverla e ammirarla?” gli chiese la Lupa.
Un brivido percorse per intero la schiena del giovane che ancora attonito rifiutava quell’evento prodigioso.
Allora la Lupa gli narrò che a Roma, la città delle Fontane, si può attingere acqua magica che fa conoscere e sapere di ogni insegnamento del passato:
“…Ma parlano della storia vissuta anche la statua di Marco Aurelio e il Colosseo, l’arco di Tito e il Circo Massimo!”
Di colpo le scarpe enormi di Valerio divennero le classiche calighe dell’età imperiale: le calzature militari a mo’ di sandalo che portavano i difensori di Roma Caput Mundi.
Valerio si guardava quei sandali estasiato, si fermò allora a osservare bene Roma, col cuore più che con le orbite.
Era vero: parlava ogni mattone, raccontava del patrimonio di saperi ed esperienze ogni san pietrino, si commentava della capacità di accogliere le culture dei popoli conquistati come esempio di convivenza tra le genti all’epoca dei pontefici massimi; si portava ad esempio gli anni trascrosi, coi canti e le cetre dell’antichità che rivivevano l’interesse per il popolo e la distribuzione delle pagnotte per i miseri.
L’esistenza di Valerio da quel giorno cambiò: aveva capito che viveva in una città unica, nelle cui vie e presso monumenti che facevano leggere chiaramente le tracce del passato, affinché ogni uomo, ogni donna e ogni fanciullo comprendessero le gesta dei tempi remoti.
Era viva la Lupa Capitolina, era viva Piazza Navona, raccontava leggende e fiabe la via Imperiale affinché l’umanità non dimenticasse.
A meno che tu non stia facendo i riassunti per qualche gruppo di utenti che deve essere interrogato (e non ce lo vuoi diremarika ha scritto:A me serve la versione soporifera!
Non credo che Rob faccia parte del gruppo che deve essere interrogato: mi pare, anzi, che Rob stia peggio di me, cioè solo leggendo il titolo del topic gli venga sonno.marika ha scritto:Sto andando piano di proposito così Rob incamera meglio![]()